Parchi nazionali in mano ai vertici militari? I sindacati minacciano lo stato di agitazione

Militari ai vertici dei Parchi nazionali? Un’ipotesi che spaventa le Rsu
«Qualora la strategia ipotizzata si rivelasse reale, si preannuncia fin da subito un’inevitabile indizione dell’immediato stato di agitazione sindacale».



Abbiamo appreso dalla stampa dell’esistenza di una “strategia” per allocare ai vertici, politici e tecnici, dei Parchi nazionali, alti ufficiali dei Carabinieri (Forestali e non), sia in congedo che in servizio. La notizia preoccupa fortissimamente le rappresentanze sindacali interne degli Enti Parco nazionali, tanto che questa stessa presa di posizione riesce ad uscire solo in forma anonima, per il timore di conseguenze che potrebbero derivare da considerazioni su componenti dell’Arma.

Il personale delle aree protette ha in questi anni saputo trovare una per nulla scontata forma di convivenza ed equilibrio con i “colleghi” forestali, nell’ambito della “dipendenza funzionale” sancita dalla legge quadro sulle aree protette del 1991. Non sono mancati i problemi, anche gravi, ma nel complesso c’è un reciproco rispetto da parte di chi opera negli enti Parco.

Senza voler entrare nel merito dell’eventualità di presidenze dei parchi nazionali affidate a militari (su cui pure non mancano perplessità ma che non risultano formalmente illegittime), l’ipotesi che alti ufficiali delle gerarchie militari, incaricati del ruolo di Direttore di parco nazionale, diventino i “datori di lavoro” di una parte delle centinaia di dipendenti civili che dovranno effettuare trattative sindacali con soggetti militari è però, a prescindere dal reciproco rispetto e dalla personalità dei singoli ufficiali, una ipotesi assolutamente impercorribile e totalmente impraticabile, anche da un punto di vista meramente giuridico.

Il delicato equilibrio sindacale che ogni giorno viene in qualche modo raggiunto all’interno degli Enti Parco, verrebbe immediatamente e gravemente “sconquassato” da una situazione di gravissimo disequilibrio tra le parti in causa. Per definizione infatti, la parte militare non può essere attrice di una trattativa sindacale che coinvolge soggetti civili.

Le presenti R.S.U. di alcuni Parchi nazionali, costrette all’anonimato dalla assurda situazione prospettata, fanno appello al Ministro Costa ed alle Rappresentanze sindacali nazionali di comparto, affinché questa ipotesi ventilata venga immediatamente disinnescata, proprio per evitare deflagrazioni che finirebbero per definitivamente affossare gli enti gestori dei parchi nazionali, nuocendo anche all’Arma stessa che sarebbe coinvolta in inutili polemiche.



L’elenco degli idonei per l’esercizio dell’attività di Direttore di Parco nazionale è composto da centinaia di nominativi illustri, senza che vi sia necessità di attingere, addirittura nell’ambito di una vera e propria strategia nazionale, ad esponenti dell’esercito, ancorché della rispettabilissima Arma dei Carabinieri.

Il sistema delle Aree Protette ha bisogno di ben altro! Qualora la strategia ipotizzata si rivelasse reale, si preannuncia fin da subito un’inevitabile indizione dell’immediato stato di agitazione sindacale.

Le RSU di alcuni Parchi nazionali



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