Ennesimo allarme per le carceri del Piemonte: e ancora una volta i problemi sono incentrati sull’uso ed il possesso di telefoni cellulari. La denuncia è del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, per voce del vice segretario regionale per il Piemonte Mario Corvino, che da notizia di una fruttuosa perquisizione eseguita dalla Polizia Penitenziaria nel carcere di Vercelli:
“Lunedì 4 gennaio 2021, presso la Casa Circondariale di Vercelli, il personale di Polizia Penitenziaria, nell’attività di controllo e verifica del perimetro interno ed esterno dell’Istituto, servizio voluto e attivato dal Comandante della Polizia Penitenziaria, Commissario Nicandro SILVESTRI, per contrastare l’illecita introduzione di telefonini e sostanza stupefacente all’interno dell’Istituto, ha rinvenuto abilmente occultato un involucro, adiacente all’intercinta, contenente n. 3 telefoni di piccole dimensioni con 3 schede telefoniche, n.1 telefono cellullare smartphone, n. 3 chiavette USB e circa 60 grammi di sostanze stupefacenti”.
Corvino ricorda gli allarmi lanciati dal SAPPE da diversi mesi: “Anche tramite i pacchi postali destinati ai detenuti in periodo di COVID 19 si sta tentando di fare entrare nelle carceri di tutto. La Polizia Penitenziaria è impegnata nel contrasto di questo nuovo fronte di illegalità, che sta iniziando a creare grosse ed evidenti difficoltà al sistema”.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, torna a sollecitare interventi urgenti da parte delle Istituzioni: “Non sappiamo più in quale lingua del mondo dire che le carceri devono essere tutte schermate all’uso di telefoni cellulari e qualsiasi altro apparato tecnologico che possa produrre comunicazioni nonchè altrettanto necessario è prevedere uno specifico reato penale per coloro che vengono trovati in possesso di cellulari in carcere.
I penitenziari sono sicuri assumendo i provvedimenti necessari per potenziare i livelli di sicurezza e nuovi Agenti di Polizia Penitenziaria”.
Ed è impietoso il giudizio del SAPPE sulla attuale situazione penitenziaria: “I dati ci confermano che le aggressioni, i ferimenti, le colluttazioni – che spessissimo vedono soccombere anche gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, sempre più contusi e feriti da una parte di popolazione detenuta prepotente e destabilizzante – sono sintomo di una situazione allarmante, per risolvere la quale servono provvedimenti di tutela per gli Agenti e di sicurezza per le strutture carcerarie”, conclude Capece.
Roma, 5 gennaio 2021
Dott. Donato CAPECE – segretario generale SAPPE
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