Uscivano senza effettuare la rilevazione dell’orario: 9 Militari accusati di “truffa”

Taranto. Lo scorso 9 aprile, il Procuratore aggiunto Maurizio Carbone rese noto l’avviso di conclusione delle indagini preliminari dalla Guardia di Finanza nella Caserma Mezzacapo di Taranto a 23 dipendenti pubblici. Tutti vennero accusati di essere «furbetti del cartellino». All’epoca non si parlò di militari in sevizio, ma solo di personale civile impiegato presso il Ministero della Difesa.

Alla luce di nuove rivelazioni , quella stessa indagine però vedrebbe coinvolti anche nove militari. Malgrado la Caserma Mezzacapo sia della Marina Militare italiana, al suo interno lavorano anche militari di altre forze armate, quindi non è chiaro se si tratti di personale in forza alla stessa Marina o ad altra Forza Armata.



La Marina Militare, in una nota diramata poco dopo gli esiti dell’indagine, confermò il proprio sostegno all’azione della polizia giudiziaria e alla magistratura nel contrasto a tali reati, che oltre ai danni arrecati all’erario, danneggiano l’immagine delle Forza Armata e soprattutto di coloro che quotidianamente svolgono con onore, dignità e sacrificio il proprio dovere in servizio”

La scorsa settimana, la procura di Taranto ha trasmesso gli esiti delle indagini alla procura militare , contestando il reato di truffa militare a nove militari in servizio, tutti incastrati dalle registrazioni video effettuate con telecamere nascoste piazzate dai militari della finanza. Secondo il Procuratore aggiunto Maurizio Carbone , gli uomini in divisa non avrebbero certificato l’uscita dal posto di lavoro tramite la rilevazione obbligatoria dell’orario .

Le indagini svolte dalle Fiamme Gialle proseguirono per diverse settimane, durante le quali venne filmato il comportamento tenuto durante l’orario lavorativo dei lavoratori civili e militari. Le persone accusate si sarebbero allontanate in maniera ingiustificata dal luogo di lavoro , senza effettuare la dovuta rilevazione tramite il badge elettronico.

Cosa rischia il personale in uniforme

Il Codice Penale Militare di Pace al Titolo IV dispone sui: Reati speciali contro l’amministrazione militare, contro la fede pubblica, contro la persona e contro il patrimonio. Al  Capo IV sui
Reati Contro Il Patrimonio, l’art. 234 cita testualmente:



Il militare, che, con artifici o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con danno di altro militare, è punito con la reclusione militare da sei mesi a tre anni.
La pena è della reclusione militare da uno a cinque anni:

se il fatto è commesso a danno dell’amministrazione militare o col pretesto di fare esonerare taluno dal servizio militare;
se il fatto è commesso, ingenerando nella persona offesa il timore di un pericolo immaginario o l’erroneo convincimento di dover eseguire un ordine dell’autorità.

La condanna importa la rimozione.




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