Ormai siamo sommersi da segnalazioni che mettono in evidenza il malumore che si è venuto a creare in relazione al trasferimento dei Graduati e dei Sottufficiali (MIM 2025) ma ultimamente, con nostra sorpresa, anche relativamente alla procedura di trasferimento degli Ufficiali fino al grado di Tenente Colonnello.
Cosa sta succedendo in Aeronautica relativamente alle procedure di trasferimento?
Come già scritto in un intervento precedente, la Manifestazione di Interesse alla Movimentazione 2025 (MIM 2025) ha accolto, anche grazie agli interventi legali promossi e supportati da USAMI-Aeronautica, alcuni suggerimenti avanzati da questo sindacato. A differenza del passato, infatti, ora va anticipato il parere funzionale e prevede che lo stesso sia contestualmente notificato all’interessato al fine di garantire la massima trasparenza del procedimento.
Ma come obiettato, anche nelle opportune sedi, questo non basta.
Le clausole di salvaguardia inserite nell’ultima circolare relativa al trasferimento dei Graduati e Sottufficiali sono molto limitanti soprattutto per la specialità “Manutentori Aeromobili”, “Controllo Spazio Aereo”, “Supporto/Sanità”, “Operazioni/Informazioni ed Operazioni Cybernetiche”, “Operazioni/Operatore di bordo” ed ancora per gli appartenenti al 313° Gr. Volo di Udine Rivolto P.A.N. e il Reparto Sperimentale di Volo e probabilmente nell’elenco ci siamo dimenticati di qualcuno.
E cosa sta succedendo nella nostra Forza Armata relativamente agli ordini di trasferimento a cui sono assoggettati gli Ufficiali fino al grado di Tenente Colonnello? Questa è un’atra domanda che sembra circolare insistentemente in questi ultimi tempi soprattutto negli Enti periferici di Forza Armata.
USAMI Aeronautica ha raccolto diverse segnalazioni da parte di alcuni dei nostri iscritti che mettono in evidenza il fatto che molti Ufficiali permangono presso le sedi di servizio da un numero elevatissimo di anni senza essere mai stati “colpiti dalla scure” del trasferimento d’autorità. Con la conseguente percezione di una parte del personale Ufficiale, più volte trasferito, che il principio di imparzialità non venga assolutamente adottato. Sappiamo tutti che il trasferimento di autorità implica un rimborso spese che, nella maggior parte delle volte, non “ripaga” il disagio a cui è sottoposto il personale trasferito, anche perché l’importo dall’Amministrazione Difesa dovuto grazie alla famosa “Legge 86/2001” (ex L. 100/1987) viene pagato nei due anni successivi al trasferimento oltre al fatto che lo stesso importo non è più in linea con il reale costo della vita.
USAMI crede che sia arrivato il momento di introdurre strumenti e meccanismi innovativi sia di pianificazione che di programmazione relativamente all’impiego dei Graduati, dei Sottufficiali ed anche degli Ufficiali. Bisogna tener conto che i trasferimenti ad altra sede di servizio impattano direttamente (spesse volte in maniera negativa) sul benessere del personale ed ovviamente dei loro familiari. Per questo motivo è necessario che tutte le movimentazioni vengano disciplinate e vengano caratterizzate dalla trasparenza dei processi che portano poi ad un cambiamento di vita del personale interessato sia esso Graduato, Sottufficiale o Ufficiale.
Spesso capita ascoltare colleghi che, senza alcun congruo preavviso, sono costretti loro malgrado a cambiare sede di lavoro per poi vedere, una volta arrivati presso la nuova destinazione, altro personale che è sulle “proprie poltrone” da oltre 30 anni, oppure, altri ancora che si vedono negare il trasferimento perché hanno una categoria/specialità troppo qualificante (che oltre ad essere penalizzante non viene remunerata a dovere).
Una delle proposte che USAMI porterà dell’attenzione degli organismi preposti sarà quella di creare un sistema che possa consentire trasparenza ed equità nelle procedure di reimpiego per tutto il personale. La nostra Organizzazione Sindacale ascolta le voci di questi colleghi, rimane solidale nei confronti di tutti quei Graduati, Sottufficiali e Ufficiali che hanno sofferto scelte difficili per loro e si impegna, con un aperto e costruttivo confronto con i nostri vertici nelle sedi opportune, a cambiare questo “sistema”, al fine di migliorare le condizioni di lavoro del nostro personale e di creare un ambiente lavorativo sereno ed efficiente.