GENOVA – Militare malato di tumore ottiene al Tar il riconoscimento di vittima del dovere per l’uranio impoverito in relazione alla sua missione in Kosovo ma considera un’ingiustizia la cifra di 24 mila euro liquidata dal Ministero della Difesa, contestando il certificato di invalidità permanente dell’11%, sostenendo che per il suo caso si tratterebbe del 60%.
La vicenda emerge da due sentenze del Tar della Liguria. Prima l’artigliere ora in congedo si era opposto alla decisione del Ministero della Difesa che aveva respinto la sua domanda per essere riconosciuto come vittima del dovere “per aver contratto un linfoma non Hodgkin dopo l’esposizione a nano particelle e a contaminazione da uranio impoverito utilizzato nei proiettili durante una missione in Kosovo” tra il 1999 e il 2000. Il Tar della Liguria nel 2015 aveva dato ragione all’artigliere disponendo che il Comitato di verifica per le cause di servizio riesaminasse il caso.
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