Uranio impoverito. I 338 morti e gli oltre tremila malati sono certi, il COCER si scopre “inutile”

E’ in corso a Roma,  la quarta (sic) commissione parlamentare d’inchiesta sugli effetti dell’uranio impoverito sui militari. Una commissione che come le altre, al di là delle belle intenzioni verbali, si sta trascinando lentamente verso la conclusione senza che alla fine stabilisca “politicamente” le responsabilità e politiche e militari dei vertici per aver inviato nostri militari nelle zone di intervento,  dove sono stati utilizzati munizioni all’uranio impoverito, senza il dovuto equipaggiamento NBC.
Le belle parole si scontrano con la realtà dei fatti e le dichiarazioni in politichese che dicono tutto per dire nulla e che allargano i confini del motivo per cui è stata costituita la commissione, dando la netta impressione che alla fine si voglia fare un programma politico ad ampio respiro per “annegare” nel mare di carte migliaia di malati e oltre trecento trenta morti per neoplasie derivate dall’esposizione all’uranio impoverito.

Appare ormai certo che i militari non hanno alcuna intenzione di far cadere il muro che hanno innalzato contro i militari ammalati e morti e la politica responsabile ha fatto finta di non sapere nulla quando come affermano gli americani, il governo italiano era stato informato sin dal 1998 sugli effetti dell’uranio impoverito sui militari impiegati nelle zone di intervento.

Graziano dichiarato che  “La partecipazione a missioni militari all’estero non presenta rischi specifici per l’insorgenza di neoplasie” ed ha aggiunto che “Le forze armate italiane non impiegano e non c’è dispiegamento di munizionamento all’uranio impoverito e i poligoni non ne consentono l’uso”.
Ora non mettiamo in dubbio le parole di Graziano ma il generale dimentica che la NATO e gli USA hanno utilizzato munizionamento all’uranio impoverito nelle aree di intervento ed è ipotizzabile che ne abbiano fatto uso anche nelle esercitazioni nei poligoni  militari italiani.

Che il governo italiano gli Stati Maggiori fossero stati informati sin dalla fine degli anni novanta, appare  provato anche da documenti ufficiali.
Gli americani hanno confermato l’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito (DU 238) con il “ memorandum del Department of the Army – Office of Surgeon General” del 16 agosto 1993, inoltre, la questione DU  238 è emersa chiaramente nella  “ Conferenza di Bagnoli del luglio 1995″.
Ed allora se tutti sapevano dei rischi che i militari italiani correvano perché mai sono stati mandati allo sbaraglio senza equipaggiamento NBC ?

Secondo i giudici della Corte di Appello di Roma, ci sono nella questione DU 238 “tutti i requisiti per configurare una responsabilità del ministero della Difesa… per avere colposamente omesso di adottare tutte le opportune cautele atte a tutelare i propri militari dalle conseguenze dell’utilizzo dell’uranio impoverito”.

Ripercorrendo il triste viatico del DU238, e rileggendo gli atti ufficiali e le sentenze della Magistratura che ha già varie volte condannato il Ministero della Difesa, appare sufficientemente chiaro che ammettere la conseguenza delle neoplasie con il servizio in zone d’intervento dove sono state utilizzate munizioni all’uranio, significherebbe  ammettere di aver deliberatamente inviato in zona di intervento i propri militari pur sapendo dei rischi cui questi andavano incontro.
Quindi, oltre alla questione del riconoscimento della malattia per cause di servizio e per motivi di servizio, alla luce di tutto fa supporre i che  i muri alzati con i silenzi, le omissioni, le mezze verità e le verità nascoste  possano essere i motivi per cui si sono alzati i muri istituzionali e disconosciuto il problema.

E poi c’è un aspetto che fa tremare il governo italiano, cioè l’aspetto economico. Riconoscere ad oltre tremila militari colpiti da neoplasie derivanti da esposizione all’uranio impoverito, per le casse dello stato sarebbe un vero e proprio salasso che neanche la finanza creativa del governo e le invenzioni renziane potrebbero risolvere. Si tratterebbe infatti di una cifra vicino a 15 miliardi di euro …
Un salasso che nessun governo potrà mai subire.

Tutto ciò fa emergere drammaticamente l’inutilità di una rappresentanza militare che secondo le “lodevoli” (?) intenzioni di chi ha pensato di istituirla, doveva essere un elemento di tutela dei militari.
Da oltre un trentennio questa organizzazione prettamente militare a controllo piramidale (il presidente è sempre un ufficiale – di norma superiore a livello COIR e COCER) – costa alle casse della Difesa qualche milione di euro l’anno (l’ultima stima riferisce di 3,5 milioni anno) – senza produrre alcunchè per i militari di cui dovrebbe essere voce e tutela.
Che le rappresentanze siano solo una inutile e costosa istituzione emerge dal forte contrasto della posizione del Generale Gerometta, presidente Interforze COCER dal 2012 che dal 2014 ricopre al tempo stesso l’incarico di “Direttore Generale per il Personale Militare”.
Insomma, quando si siede su una sedia “rappresenta” i militari, poi si sposta nella sedia di fronte per rappresentare lo Stato Maggiore (!) e non ha sentito la necessità di dimettersi da rappresentante.

E Gerometta, in commissione, quasi a confermare il suo doppio anomalo ruolo, si  è limitato semplicemente ad illustrare  alla Commissione le INUTILI competenze “propositive” della rappresentanza militare che, ha spiegato,  “a differenza dei sindacati , il CoCeR è un organismo interno, i CoCeR non possono agire in giudizio ne assistere a liti , né si può costituire parte civile, ha solo funzioni propositive”.
Ha dimenticato di aggiungere, ma la sua doppia posizione rappresentato/rappresentante ne è una dimostrazione, che è anche strutturato in modo “piramidale” e quindi gestito in ogni caso dalle gerarchie.

Non è sembrato, salvo errori, che abbia parlato  dell’uranio impoverito e su eventuali “proposte” o prese diposizione del COCER.

Non meno disarmante  la dichiarazione del rappresentante del CoCeR  Marina Militare avrebbe parlato genericamente di uno studio fatto da un ex militare sulla “ sindrome dei Balcani “ riguardante 300 militari del San Marco che sono stati impiegati all’estero e che depositerà lo studio alla commissione unitamente alle risposte (sic) dei vertici militari di forza armata.

Già, come se la questione uranio impoverito fosse una questione di forza armata e non di “difesa” .

Anche il rappresentante marina concorda (!)  con le affermazioni del presidente del COCER, ovvero, che “Nessun soldato si deve abbandonare sul campo di battaglia” .

Ma nei Balcani nessuno è stato abbandonato … solo migliaia di militari ammalatisi di cancro e oltre 330 morti, “per le gerarchie militari e politiche” semplicemente non esistono.

Per il Ministro della Difesa , Pinotti, il problema amianto in Italia, “sit et sempliciter”, non esiste.

Salvo errori di interpretazioni circa quanto sarebbe stato esposto dagli interessati a cui chiediamo eventuali precisazioni o smentite su quanto da noi riportato, ci sembra di capire che la commissione sia rimasta insoddisfatta delle risposte non risposte avute tanto che il presidente Scanu, che da parte sua ha affermato che
Qui noi non stiamo scherzando – qui non si deve imboscare nessuno. Non si devono imboscare i politici, non si devono imboscare i tecnici, non si devono imboscare i militari, non si deve imboscare il COCER” Mettere un punto su queste vicende èdovere non solo istituzionale ma soprattutto morale. “
Belle parole, ma tutto ciò si scontra con le quanto affermato successivamente: “”Riteniamo ormai superata …..se non addirittura fuorviante la pretesa di pervenire pervicacemente all’individuazione di un nesso causale oggettivo in quanto risulta ormai scientificamente acclarata la sussistenza di molteplici fattori di rischio in grado di generale le patologie tumorali in concorso tra loro. È necessario quindi che si chiarisca l’ineluttabilità della applicazione del principio della multi fattorialità e della cosiddetta probabilità qualificata si tratta peraltro dei principi adottati dagli organi giurisdizionali nelle loro sentenze ma sono gli stessi principi adottati dall’Inail. Tutto questo deve diventare una proposta di legge da proporre al Parlamento perché nella relazione intermedia che ci accingiamo a predisporre ad esaminare e ad approvare saranno contenute delle proposte di leggi non ci limiteremo alla diagnosi individueremo anche la cura e la terapia ……non perché siamo geni della politica perché ce lo ha chiesto il Parlamento……….
Questi sono i termini che io ho voluto riprendere a beneficio di tutti i presenti e di certe rappresentanze che presenti non sono affinché a nessuno possa maturare l’idea che ci si possa incartare in valutazioni di carattere pseudo scientifico o pseudo politico senza arrivare a destinazione”.

Poteva semplicemente dire che la commissione ha accertato il nesso tra le neoplasie di cui sono stati vittime migliaia di militari e il servizio svolto (senza protezioni) nelle zone sono stati impiegati munizioni con DU, e per questo sarebbe intenzione della commissione dare un indirizzo specifico al governo della repubblica per il riconoscimento ufficiale e le conseguenti azioni da attuare nei confronti dei  militari colpiti.

Poteva semplicemente dire che, finalmente, la commissione ha messo a nudo responsabilità militari e politiche, passate e presenti.

Poteva semplicemente dire che la commissione ha preso atto delle diverse sentenze della Magistratura che hanno più volte condannato il Ministero della Difesa e messo nero su bianco che ci sono state responsabilità e colpose omissioni del Ministero.
Poteva, ma non sembra che lo abbia …

Ovviamente, le pagine del nostro giornale sono a disposizione di chi ha qualcosa da dire, precisare, smentire.

FONTE osservatorio-sicilia.it

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