Magari gli Spezzini ignorano completamente l’esistenza di una base militare proprio sotto i loro piedi, ma a far luce su quanto accaduto durante la guerra fredda è uno storico, Stefano Danese che in collaborazione con l’Ammiraglio (in quiescenza) Silvano Benedetti, hanno pubblicato un libro nel quale svelano i segreti del sottosuolo spezzino. Vi rimandiamo all’articolo di cittadellaspezia.com del quale pubbliciamo un breve estratto:
La Spezia – Erano le 17.19 di mercoledì 22 aprile quando i generatori furono staccati definitivamente. L’ora e la data rimangono impressi nell’orologio meccanico che da allora si è bloccato, cristallizzando la fine di uno dei progetti più segreti delle forze armate italiane. Un progetto che si svolgeva a due passi dagli spezzini, quasi tutti inconsapevoli del fatto che la base navale avesse un suo doppione sotto la montagna, protetto da quaranta metri di roccia contro un eventuale attacco nucleare del Patto di Varsavia. Un secondo arsenale scavato all’interno del rilievo che divide Fabiano dall’Acquasanta, a meno di un chilometro dal centro storico della Spezia.
Per decenni è rimasto un mistero quel portone in metallo su Viale Fieschi, un mistero oggi svelato in un libro che racconta della seconda vita della piazzaforte marittima della Spezia, quella sotto l’egida della NATO.. Leggi tutto, clicca QUI