Sollicciano, folle protesta in carcere: detenuti gettano olivo per fare cadere personale di Polizia. 30 giorni di prognosi per poliziotto ferito al gomito e con l’uniforme in fiamme

Torna al centro delle cronache il carcere di Sollicciano, nel quale da alcuni giorni si verificano gravi eventi critici. 

Spiega Pasquale Salemme, segretario nazionale per la Toscana del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: L’altra notte, intorno alle 00:30, il personale di polizia penitenziaria si recava presso la 7 sezione del Reparto Giudiziario, chiamati dall’agente  in quanto due detenuti avevano gettato dell’olio nel corridoio della sezione.

Giunti nella sezione, il Preposto della sorveglianza interna scivolava sull’olio e sbatteva violentemente il braccio a terra e contestualmente si generava un principio di incendio, appiccato dagli stessi ristretti. Le fiamme interessavano anche parte degli indumenti del sottufficiale caduto a terra.

Altro personale accorso spegneva immediatamente l’incendio e ristabiliva l’ordine e la sicurezza. I detenuti, con molta probabilità ubriachi, nonostante quanto accaduto inveivano e minacciavano il personale occorso. Il collega prontamente portato al nosocomio cittadino gli veniva riscontrato una frattura del gomito con una prognosi di 30 giorni”.

Impietoso il giudizio di Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: 

“così non si può andare più avanti: è uno stillicidio continuo e quotidiano. I numeri degli eventi critici accaduti nelle carceri italiane nel primo semestre del 2021 sono allucinanti: 5.290 atti di autolesionismo, 44 decessi per cause naturali, 6 suicidi e 738 sventati dalla Polizia Penitenziaria, 3.823 colluttazioni, 503 ferimenti. In pratica, ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre

Le carceri sono un colabrodo per le precise responsabilità di ha creduto che allargare a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna ed in danno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria. Importante è evidenziare, infine, che la quotidianità professionale del Corpo di Polizia Penitenziaria non si contraddistingue affatto per violenza ma per essere invece professionisti della sicurezza che sanno conciliare le attività di polizia con quelle di trattamento rieducativo.

Solamente l’intervento del personale di Polizia Penitenziaria è riuscito a riportare la calma a Sollicciano. Ovviamente tutto ciò si è potuto verificare grazie al regime “aperto” e solamente la prontezza e professionalità del personale intervenuto ha evitato un epilogo ben più drammatico. Solidarietà al collega ferito.”

 Dott. Donato CAPECE – segretario generale SAPPE 

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