Tempi stretti per la vendita di molte caserme italiane che tra poco saranno immesse sul mercato. Un’accelerazione decisa dal Governo che ha portato negli scorsi mesi il Ministro Elisabetta Trenta, insieme al Generale dell’Aeronautica Giancarlo Gambardella, a lavorare su una prima lista di 41 caserme e altre strutture militari da mandare all’Agenzia del Demanio, supervisore definitivo.
Insomma per gli immobili della Difesa sta per scattare una vera e propria rivoluzione. D’altra parte già il personale è quasi dimezzato. Dalle 270 mila unità del 2000 si è passati alle 163 mila dell’anno scorso con l’obiettivo di arrivare nel 2024 a 150 mila persone impiegate.
La lista attuale di caserme da vendere è la sintesi di un confronto serrato con gli Stati maggiori di Marina, Esercito e Aeronautica, lo Stato Maggiore della Difesa e Geniodife, la Direzione del Segretariato generale della Difesa.
Un compito non facile visto che gli immobili censiti devono essere suscettibili di valorizzazione e non più necessari a fini istituzionali. La maggior parte proviene da Regioni a presenza militare storica come Piemonte, Emilia Romagna e Veneto e con un pregio considerevole. Come Palazzo Doro Altan a Vittorio Veneto, la Caserma Curtatone e Montanara a Mantova, ex convento cinquecentesco o la Redi nel centro storico di Firenze. E altre caserme si potranno presto aggiungere alla lista dei 41.
Da non dimenticare che dei 436 immobili complessivi della Difesa, 200 sono già passati agli enti locali e altri 65 sono stati aggiunti in questi primi mesi 2019. Dei beni rimanenti 20 sono finiti nella lista dei 41 e altri 131 stanno per essere analizzati in modo che il processo di fuoriuscita del patrimonio immobiliare diventi occasione di rilancio e sviluppo economico. Ex caserme dovrebbero diventare scuole, musei, tribunali, carceri, asili, alberghi, ristoranti o residenze per gli anziani
fonte Rai Tre