Lo avevamo ripetuto più volte, ma sembra che la politica faccia orecchie da mercante. La bozza del ddl che disciplina i sindacati deve essere conforme alla sentenza 120/18 della consulta. All’ inizio del mandato politico si parlava di “resilienza”, ma sembra proprio che i militari italiani invece dovranno fare i conti con la “resistenza”.
L’attuale bozza presenta delle lacune paradossali e anacronistiche ( leggi qui), e l’assordante silenzio dei parlamentari artefici di questo testo, per certi versi fa tornare alla mente la precedente legislatura. Nulla ancora è perduto…. i militari non si arrendono a questa imposizione e trovano nella Polizia un prezioso alleato pronto perfino a scendere in piazza se le cose non cambieranno.
Sono ben otto le sigle che si sono schierate a fianco dei militari. Di seguito il comunicato stampa:
LIBERTÀ’ SINDACALE PATRIMONIO DI TUTTI
– Solidarietà ai Sindacati Militari
La libertà sindacale è un tassello del grande mosaico delle libertà democratiche presenti dal nostro ordinamento. I diritti sanciti dalla sentenza 120 del 2018 della Corte Costituzionale che ha riconosciuto anche ai cittadini militari il diritto alla libertà sindacale, viene oggi pesantemente oscurato e rimesso in discussione nel testo base della IV Commissione Difesa che ripropone una rappresentanza militare di fatto assoggettata ai Comandi Generali e priva di quei requisiti di autonomia e libertà sanciti dall’Art. 39 della Carta Costituzionale.
Si vorrebbe così continuare a discriminare 320 mila cittadini italiani in uniforme, lavoratori che invocano, come gli altri, la piena fruizione di un diritto fondamentale. Eppure in tutti i paesi avanzati in cui i militari possono liberamente organizzare le loro rappresentanze sindacali, si è registrato un decisivo miglioramento della funzionalità stessa degli apparati militari, oltre che condizioni di vita e di lavoro qualitativamente superiori.
Un anacronismo miope che vorrebbe riportare indietro le lancette della storia imponendo coercizioni assurde, inutili, dannose e penalizzanti non solo per i lavoratori del Comparto ma per tutto il Paese. Si vorrebbe subordinare la nascita dei sindacati militari ad una sorta di bollinatura del Comandi Generali e sottoporli ad una serie di vincoli che ne snaturerebbero totalmente la natura in una sorta di riedizione dell’attuale rappresentanza militare dei Cocer. Per farlo si invocano goffamente norme ancora vigenti che assoggettano la nascita di circoli e associazioni culturali all’assenso del Ministero della Difesa – l’ art. 1475, comma 1, del d.lgs. n. 66 del 2010. Imporre tali modalità per le rappresentanze sindacali – è evidente – significa imporre una restrizione che snatura la titolarità del diritto di associazione sindacale che persegue ben altre finalità rispetto ad un’associazione culturale o sportiva.
L’affermazione dei diritti di libertà è un processo in cui non avanzare significa retrocedere e la deriva oscurantistica e liberticida, che vorrebbe assoggettare la libertà sindacale, purtroppo sta pervadendo anche la Polizia di Stato dove si sta tentando di negare a 6.200 poliziotti la libertà di scegliere come e da chi essere rappresentati.
Esprimiamo quindi massima solidarietà e vicinanza ai sindacati militari assicurando pieno sostegno alla loro mobilitazione e pronti a scendere in piazza insieme a loro per la piena affermazione delle libertà sindacali in un settore delicatissimo e fondamentale per il Paese.
Roma, 17 aprile 2019