Opzione donna. Ecco come cambia e i nuovi requisiti

Il Governo Meloni, in pratica, ha cancellato opzione donna, perché contrari ad una pensione inferiore del 30%. Sarà vero?

 8 settembre 2023 1° Lgt. in pensione Antonio Pistillo

Opzione Donna è una possibilità introdotta dal governo Berlusconi (c.d. legge Maroni, articolo 1, comma 9 della legge 243/04), ma maggiormente conosciuta nel mondo femminile dopo l’introduzione della Riforma Fornero, che consente di anticipare l’uscita di diversi anni rispetto alle regole ordinarie che, com’è noto, chiedono il perfezionamento di almeno 41 anni e 10 mesi di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica, per la pensione anticipata o il raggiungimento di un’età anagrafica pari a 67 anni, unitamente a 20 anni di contributi, per la pensione di vecchiaia.

Dal 2006 e fino al 2018 tutti i governi succedutosi hanno confermato Opzione Donna con i requisiti anagrafici e contributivi previsti dalla norma originaria, mentre il primo governo Conte, con l’articolo 16 del d.l. n. 4/2019 convertito in legge n. 26/2019, ha elevato il requisito anagrafico, innalzandolo da 57 a 58 anni per le lavoratrici dipendenti e da 58 a 59 per quelle autonome.

Il governo Meloni, sostanzialmente, cancella opzione donna, introducendo una nuova forma di flessibilità in uscita perché, non solo innalza il requisito anagrafico di 2 anni per le donne senza figli e di 1 anno per quelle con 1 figlio, ma la vincola ad almeno una delle seguenti condizioni soggettive:

 svolgere attività di caregiver nei confronti del coniuge o di un parente di secondo grado da almeno 6 mesi dalla data della domanda;

 avere un’invalidità di oltre il 74%;

 essere state licenziate ovvero dipendenti di imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto ministeriale per crisi aziendale.

La tabella indica i requisiti nel tempo per accedere ad opzione donna.

Infine, è falso quanto una parte politica della maggioranza sostiene che sono contrari ad opzione donna, in quanto comporta una riduzione della pensione del 30%.

Premesso che è una opportunità per le donne ed è una scelta ponderata derivante dal quantum si perde anticipando l’uscita dal lavoro, la differenza tra la pensione con opzione donna, non va fatta con quanto sarebbe stato riconosciuto alla maturazione del diritto alla pensione anticipata, ma col maturato alla data di cessazione dal servizio. Con i seguenti esempi si rende più chiaro il concetto.

(*) ipotesi di cessazione non prevista. Il calcolo effettuato esclusivamente per evidenziare differenza tra sistema misto e tutto contributivo

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