Inutile il ricorso in Cassazione del Maresciallo dei Carabinieri accusato di aver usato toni mortificanti sul piano personale nei confronti di una sottoposta durante un diverbio.
Un Maresciallo dei Carabinieri è stato riconosciuto colpevole del reato continuato di “minaccia ad inferiore” aggravato dall’aver commesso il fatto per cause non estranee al servizio e alla disciplina militare.
Il Carabiniere Spagnoli ( nome di fantasia) era stato condannato nei primi due gradi di giudizio ( Tribunale Militare e Corte di Appello) alle pene di legge, nonché al risarcimento del danno cagionato al carabiniere Donatella ( nome di fantasia) che in seguito si era costituita parte civile.
Secondo la ricostruzione fatta dai giudici di merito, il Maresciallo dei Carabinieri Spagnoli, dopo un diverbio con la sottoposta dovuto all’espletamento di attività di servizio (campionamento) riguardanti l’analisi di stupefacenti, minacciava ritorsioni nei confronti di tale sottoposto nel caso in cui avesse riferito ai superiori i toni mortificanti sul piano personale da lui adoperati in quella circostanza.
In seguito, il maresciallo Spagnoli veniva convocato dal Tenente Colonnello Fiore ( nome di fantasia) e reiterava le minacce nei confronti della sottoposta. Le diceva che gliela avrebbe fatta pagare, approfittando delle proprie attribuzioni in materia di valutazione del rendimento della stessa.
Il Maresciallo Spagnoli, a detta dei giudici, avrebbe avuto manifestazioni di più ampie iniziative vessatorie nei confronti della sottoposta, con un comportamento morboso ed una esasperante invadenza, in relazione sia all’attività lavorativa, sia ad aspetti intimamente privati, scaturiti in almeno due occasioni , in molestie di tipo fisico.
Il Maresciallo avrebbe fatto schioccare le dita sul fondoschiena della sottoposta (nel gergo militare la c.d. «stecca»). Tali comportamenti venivano reiterati sul posto di lavoro.
Il carabiniere Donatella, esasperata da tali comportamenti, si era rivolta ad un Luogotenente per farsi cambiare il proprio turno di servizio. Tale superiore però , insospettito, la induceva a fornire spiegazioni , riuscendo a far confessare alla donna ciò che le stava accadendo e convincendola a presentare un esposto.
Da quel momento per il Maresciallo Spagnoli ha avuto inizio il percorso disciplinare che lo ha portato a subire due condanne in due differenti sedi di giudizio, prima il Tribunale Militare e poi la Corte di Appello.
Al Maresciallo Spagnoli non restava altra via della Cassazione, ma con la sentenza 5655 del 2019 , le sue speranze di sono definitivamente spente. Secondo la Corte di merito infatti, il ricorso è infondato e questo ha causato l’ulteriore condanna del Maresciallo al pagamento delle spese processuali e alla rifusione delle spese del presente grado del giudizio a favore della parte civile, Carabiniere Donatella, che vanno liquidate, tenuto conto dell’impegno intervenuto nella fase di studio, nella redazione degli atti e in sede di discussione, nella complessiva somma di euro tremila, oltre al rimborso forfettario delle spese generali, CPA ed IVA come per legge.