Resta aggiornato, iscriviti alla news in tempo reale. Per saperne di più clicca QUI
Fu trasferito da Prato a Livorno l’appuntato scelto della guardia di finanza che nel 2015 gestiva un locale notturno assieme a due soci, un pregiudicato e uno con precedenti di polizia. Il finanziere deve versare i costi che il Corpo ha sostenuto per il trasferimento e quelli delle ore che i colleghi hanno impiegato per fare le indagini.
Nonostante il suo ruolo di finanziere lo rendesse incompatibile, gestiva assieme ad altre persone un locale notturno a Prato, il J’Adore. Un’attività extraprofessionale che nel 2015 ha messo nei guai un appuntato scelto della guardia di finanza di Prato che nei giorni scorsi è stato condannato dalla Corte dei Conti a pagare 22.367 euro, oltre a interessi, rivalutazione e spese legali.
L’ammontare, da corrispondere all’Erario della guardia di finanza, è la somma di 18.273 euro di oneri derivanti dal trasferimento del militare per incompatibilità ambientale, con i 4.094 euro che sono costate le 243 ore impiegate dai finanzieri per indagare sul collega. L’appuntato, che finì anche al centro di una inchiesta per vicende inerenti la conduzione del locale notturno gestito con due soci, un cinese con precedenti di polizia e un italiano condannato per bancarotta fraudolenta, concorso in corruzione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, era stato chiamato dalla procura della Corte dei Conti a risarcire un danno di 47.602 euro che comprendeva anche il costo dell’attività di indagine svolta nell’ambito del procedimento penale. Quest’ultima parte è stata depennata dai giudici contabili che hanno ritenuto la spesa non riferibile al danno erariale ma di competenza, eventualmente, del giudice del tribunale ordinario.
La guardia di finanza attivò una serie di indagini sul suo appartenente e decise il trasferimento dalla sezione operativa del Comando di Prato al Gruppo della guardia di finanza di Livorno.
“Gli oneri a carico dell’amministrazione della guardia di finanza pari a 18.273 euro derivanti dal trasferimento – scrivono i giudici della Corte dei Conti – sono ascrivibili al finanziere perché la necessità di ricostituire la funzionalità, l’immagine e l’autorevolezza del corpo della guardia di finanza ha reso necessario l’adozione del provvedimento”.