Roma, 6 maggio – “La necessità dell’Italia è quella di disporre di uno strumento militare, opportunamente bilanciato, in grado di garantire una credibile deterrenza e, se necessario, una concreta capacità di risposta.
Per fare ciò la Marina militare dovrà continuare a evolversi, adattarsi e innovarsi tenendo presente le minacce ibride e la complessità dello scenario in cui opera”.
Lo dichiara Giovanni Luca Aresta, deputato del MoVimento 5 Stelle e capogruppo in commissione Difesa, nel suo intervento durante la tavola rotonda ‘Il futuro della Marina Militare italiana’, organizzato dal CeSI Centro Studi Internazionali in collaborazione con lo Stato Maggiore Marina.
Dopo aver sottolineato il carattere multipolare del mondo contemporaneo, Aresta ha ribadito l’internità dell’Italia “al sistema delle Nazioni Unite, dell’Unione Europea e della NATO.
La nostra visione di Mediterraneo allargato – prosegue il deputato M5S – vede tutti gli scenari d’intervento internazionale incentrati sulle capacità operative e sulla presenza in quei mari della Marina Militare del nostro Paese. Il piano dell’ammodernamento diventa così decisivo”.
“Sul personale in numero congruo e addestrato – afferma il pentastellato – abbiamo avviato una revisione della legge 244 in quanto abbiamo riscontrato che la contrazione del numero dei nostri militari appare sempre di più non compatibile con le esigenze che la Nazione richiede alla nostra Marina e più in generale al complesso delle Forze Armate.
Nel caso della Marina Militare inoltre, la legge 244 dovrebbe essere rivista anche per il personale civile degli Arsenali e porti e basi militari in quanto il mancato turn over tra tecnici e operai ad alta professionalità sta già oggicomportando diverse criticità in merito alla piena operatività e manutenzione dei nostri mezzi navali”.
Aresta, nel concludere il suo intervento, affida alla Marina Militare inoltre un compito fondamentale nella Transizione ecologica.
“Non mi riferisco – spiega – solo al ‘progetto basi blu’ ma anche al ruolo di difesa del mare che la Marina Militare svolge sia contrastando i carichi d’inquinanti smaltiti illegalmente da organizzazioni criminali in mare, sia operando per la salvaguardia della biodiversità marina.
Non bisogna mai dimenticare che il 30 per cento della Co2 del pianeta è smaltito dai nostri mari e continuare ad attentare alla sua salubrità è un errore imperdonabile.
Il ruolo dell’Istituto Idrografico della Marina Militare in questo campo dovrebbe essere, anche per questo, accresciuto” conclude Aresta.
MoVimento 5 Stelle Camera dei Deputati
Ufficio Comunicazione