Magistrati militari, la Casta che Renzi non scalfisce

Correva l’anno 2013, giorno 3 ottobre.
L’allora ministro della Difesa Mario Mauro si impegnava di fonte all’apposita Commissione della Camera a mettere mano alla giustizia militare, organo a parte della magistratura italiana con un’attività di lavoro irrisoria e impossibile da scalfire, ma con un peso non indifferente sui conti dello Stato.
Basti pensare che stiamo parlando di un totale di 58 magistrati, tra giudicanti e inquirenti, con uno stipendio medio di 150 mila euro, che in totale ci costano 20 milioni di euro all’anno.
Hanno un loro organo di autocontrollo, il Consiglio della magistratura militare (Cmm) – equivalente del Consiglio superiore della magistratura (Csm) – e sono ritenuti degli intoccabili.
C’è chi dice serva una legge costituzionale per riformare la categoria, per unificarla magari a quella civile, ma il governo Renzi si era impegnato fin da subito a eliminarla.

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