Le Forze di Completamento, queste sconosciute

Riceviamo e pubblichiamo:

Siamo orgogliosi di presentarvi la nostra categoria, probabilmente sconosciuta ai più: gli Ufficiali delle Forze di Completamento. Dopo tanti anni in cui la normativa vigente sul riordino delle carriere delle FF.AA  ha trascurato le problematiche legate alla nostra gestione è arrivato il nostro momento:

Siamo persone con una normale vita lavorativa al di fuori delle Forze Armate che dopo anni hanno avuto l’opportunità  di servire nuovamente il vessillo tricolore indossando le stellette. Abbiamo passato qualche notte insonne a riflettere su cosa fare: accettare la chiamata o rimanere in congedo, scelte difficili che hanno messo in discussione il nostro futuro lavorativo ed il nostro equilibrio familiare. Ognuno di noi alla fine ha pensato “ Se questa voce è così forte e mi tormenta, vestirò nuovamente la divisa”.

Per farlo, spesso molti di noi hanno dovuto lasciare la nostra casa e i nostri affetti e spingersi lontano a diverse centinaia di chilometri, per adoperarci nuovamente con spirito di sacrificio e abnegazione nel servizio militare.

Le domande ricorrenti che vengono rivolte a tutti noi appena rientrati in servizio, sono : ”Perché lo fai ?   Ma chi te lo fa fare? Ti conviene?”.

Ciascuno di noi fin dal primo richiamo in servizio  ha ricevuto stima e fiducia da parte dei superiori che ci hanno chiesto la disponibilità a tornare. Sono quindi seguiti un secondo richiamo con altra stima e fiducia, un terzo richiamo e ancora e ancora.

Ogni volta abbiamo lasciato il nostro lavoro civile, non senza difficoltà per chi di noi svolge la libera professione, ci siamo sottoposti ad accurate visite mediche e controlli amministrativi, e ci siamo presentati al reparto.

Chi più e chi meno abbiamo accumulato anni di servizio servendo svariati reparti in tutta Italia ed ogni qualvolta ci hanno chiesto di cambiare destinazione abbiamo accettato, iniziando con un nuovo incarico in un nuovo reparto, ma sempre ricevendo consenso e approvazione dai rispettivi Comandanti.

Proveniamo da diverse regioni italiane, siamo uniti e coesi, e dopo tantissimi richiami in servizio chiediamo di dare continuità al nostro impiego, lo desideriamo noi e lo dobbiamo soprattutto alle nostre famiglie che ci hanno sempre sostenuto condividendo con noi il sacrificio. Chiediamo con loro di non vivere più questa situazione di “precarietà” dando continuità a quell’attività che la Forza Armata ci ha richiesto in questi anni.               

La Forza Armata gioverà molto dalla nostra stabilizzazione in quanto siamo tutti formati, esperti e specializzati ciascuno nel proprio ruolo, possiamo apportare capacità professionali dal primo giorno di impiego senza il lungo (anni) e costoso periodo necessario per formare un nuovo ufficiale. La nostra età media (40 anni circa) delinea un orizzonte temporale lavorativo ridotto (20 anni circa) che in caso di stabilizzazione comporterebbe un limitato impegno economico di lungo periodo per l’Amministrazione limitato rispetto alla pianificazione di nuove risorse che dall’assunzione impegnano l’Amministrazione per 37 anni circa.                                                               

L’Aeronautica Militare ha investito su ognuno di noi in formazione con numerosi e costosi corsi per farci acquisire una professionalità specifica, impiegandoci poi in missioni operative e d’addestramento. Ciascuno di noi inoltre ha conseguito ulteriori titoli di studio ed abilitazioni nella vita civile, tra di noi ci sono laureati, plurilaureati e diplomati i con un bagaglio tecnico professionale variegato.

Tutto ciò è una preziosissima esperienza che mettiamo al servizio della Difesa. Le diverse abilitazioni e qualifiche conseguite vengono costantemente messe alla prova e rinnovate dopo esami specifici testimoniando la nostra preparazione operativa.

Ogni anno prima dell’arruolamento sosteniamo visite mediche e psicoattitudinali in cui ci rilasciano le massime idoneità per le nostre categorie cioè per operare fuori dei confini nazionali.

La Forza Armata conosce bene il nostro impegno, attitudine e capacità: durante i mesi di servizio prestati negli Enti d’assegnazione abbiamo ricevuto elogi ed encomi per la nostra abnegazione a svolgere gli incarichi assegnati.

Al fine di consolidare la posizione della nostra categoria, abbiamo svolto uno studio da cui sono state generate due proposte di legge e una amministrativa , attualmente integrati come emendamenti  nel d.d.l. 1458, ora in fase di approvazione parlamentare.

Ci sono diversi aspetti che hanno incontrato il nostro pieno compiacimento: entrambi gli schieramenti politici hanno proposto degli emendamenti comuni come l’ampliamento alla nostra categoria del presente d.d.l., integrando inoltre la proposta di inserire finalmente delle riserve di posti  nei concorsi del Ruolo Speciale (R.S.) e nella P.A.

Non possiamo negare che in questo momento contiamo molto sulla sensibilità mostrata dalla componente politica nei nostri confronti e ci aspettiamo fortemente che vengano approvati gli emendamenti sull’articoli 892, 937 e 2210 del Codice d’Ordinamento Militare che scioglierebbero molti nodi. Con questi emendamenti infatti vengono eliminate ambiguità interpretative a riguardo della differenza fra ferma volontaria e richiamo in servizio (892); viene frenata la precarietà delle categorie di ufficiali ausiliari fortemente penalizzate (comma 4 del 937) in quanto si punta a continuare l’impiego degli ufficiali già formati evitando nuovi costi in termini di tempo garantendo il carattere di continuità degli interlocutori negli incarichi assegnati. Tale continuità viene ripresa anche dall’articolo 987 dando discrezionalità alle FF.AA. nell’impiego pluriennale degli ufficiali che in virtù della modifica dell’articolo 2210 potranno valutare  l’entrata nel servizio permanente tramite l’immissione nel Ruolo Esaurimento.

Con la rettifica dell’articolo 2228 verranno risolte le questioni relative all’avanzamento in congedo e in servizio degli ufficiali che vengono richiamati in servizio, vien data loro la possibilità di maturare periodi di anzianità validi per il grado successivo; permettendo al personale d’essere impiegato correttamente in relazione alle proprie conoscenze professionali maturate. Tale scopo viene completato dall’eliminazione di sperequazioni retributive e d’anzianità.

Qualcuno potrebbe obiettare circa l’età media della nostra categoria o il tempo trascorso senza stellette:

Per quanto riguarda l’età siamo oggettivamente un numero esiguo  per avere un impatto sull’età media complessiva degli ufficiali. 

Riguardo i nostri pochi periodi vissuti senza la divisa possiamo affermare che il mondo lavorativo civile pubblico e soprattutto privato sono fortemente formativi sotto ogni punto di vista poiché   regolati da principi di responsabilità e disciplina lavorativa.                     

Da sinistra verso destra: Gabriele Cardona, Giuseppe De Marco, Francesco Pelamatti.

Siamo molto soddisfatti dei passi in avanti che porta con sè il d.d.l. 1458 tuttavia ci chiediamo che prospettive future ci saranno nel concorso RS quando scadrà la proroga sul limite d’età dei 52 anni. Analogamente ci chiediamo cosa accadrà alla categoria degli ufficiali in ferma prefissata: sono loro i futuri ufficiali delle forze di completamento. Allo stato attuale gli u.f.p. possono arruolarsi fino all’età dei 37 anni, questo limite d’età è motivato dal fatto che tiene conto di tantissimi fattori. Gli u.f.p. possono partecipare al predetto concorso RS dopo il completamento di un anno di ferma e sembra che solo dopo un certo periodo dal congedo possano essere richiamati come ufficiali delle forze di completamento.

In questo quadro la futura partecipazione al concorso RS delle forze di completamento sarà fortemente limitata dal limite dei 40 anni ma siamo fiduciosi in un ulteriore passo della politica nei prossimi riordini delle carriere delle FF.AA.

Marco Viscovich

In tutto questo iter di stesura di proposte dobbiamo ringraziare il SIndacato Aeronautica Militare (SI.A.M.) che ha svolto un importante ruolo di ascolto ed interfaccia con la parte politica per sensibilizzarla sui problemi della nostra categoria. Senza la rappresentanza di Marco Viscovich che si è mostrato un formidabile intermediatore del SI.A.M., tutto ciò sarebbe rimasto fermo a delle mere idee su carta, un sentito ringraziamento.


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