La precarizzazione delle forze armate, i gioielli arrivati dal Kuwait, il varo degli F35 avvenuto in gran segreto per non irritare la sinistra, lo scivolone isituzionale della visita ai poligoni sardi e molto altro. Roberta Pinotti, la prima donna ministro della Difesa, sarà ricordata con amarezza dalle forze armate. Continua ↓
Eppure, la sua nomina all’inizio era stata ben accolta. Sportiva, decisa, appassionata e con un debole per il mondo militare. Per questi motivi anche la provenienza cattocomunista le era stata perdonata. Era prevalsa la speranza che quella figura femminile, a volte dall’espressione severa, figlia di un operaio e con trascorsi negli ambienti pacifisti di Genova, avesse comunque il piglio giusto per provare, finalmente, a onorare gli uomini e le donne che garantiscono tutti i giorni la nostra sicurezza. Continua ↓
Ma così non è stato. Ben presto le aspettative sono andate deluse, a cominciare da quel riordino delle carriere che ha lasciato scontenti un pò tutti. Certo, un provvedimento era necessario, ma ci vuole una certa abilità per creare un malcontento diffuso. La concertazione sarebbe avvenuta solo con i vertici, mentre la base si è dovuta accontentare di quello che è arrivato. E come se non bastasse, il governo puntava a concludere la pratica prima del referendum costituzionale targato Renzi, per dimostrare che qualcosa era stato fatto e sperare in qualche voto in più. Una pressione che, raccontano i bene informati, è stata difficile da arginare. §Leggi tutto, clicca QUI