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Sarebbe dovuta essere una normale riunione dell’organo di rappresentanza dei carabinieri (Cobar). E in effetti lo è stata sino a quando, come risulta dagli atti di indagine, la carabiniera scelta L.F. non ha sentito le mani dell’appuntato scelto L.B.P, un suo superiore, soffermarsi sul suo fondo schiena.
Un’aggressione sessuale è un fatto di per sé grave, ma in questo caso – se venisse provata nel corso di un dibattimento – lo sarebbe ancora più, perché avvenuta in uno degli uffici del Comando della Legione dei Carabinieri di Catanzaro, dove il rispetto della legge e delle persone dovrebbe essere considerato sacro. Dopo “lo shock” la militare, che fa parte del gruppo di lavoro “criticità ed integrazione del personale femminile” del Cobar, ha lasciato l’ufficio per riferire con il comandante della caserma, che in quel momento non era i sede.