suo nome completo è Whaida Mohamed Al-Jumaily, ha 39 anni e vive nella città irachena di Shirqat, a 50 chilometri da Mosul e fino a poco tempo fa assediata dai miliziani dell’Isis.
Tra i 70 combattenti del gruppo armato che capeggia, la donna è conosciuta con il nome di battaglia Um Hanadi. In tutte le foto in cui è ritratta, Whaida imbraccia delle armi o un machete. Indossa il velo e una divisa dell’esercito iracheno e si definisce una combattente “per necessità”, come lei stessa ha ammessoin un’intervista rilasciata alla CNN.
La particolarità di questa donna che da casalinga è passata a indossare i panni della combattente è una: recentemente Whaida ha pubblicato su un profilo Facebook alcune foto che lasciano poco spazio all’immaginazione: due teste mozzate depositate all’interno di una pentola.
Lei stessa ha ammesso di aver ucciso quei due uomini – miliziani del sedicente Stato islamico – di aver fatto recidere la loro testa e di averle cucinate “come gesto di vendetta”.