Il Ministro degli esteri cineseWang Yi ha tenuto un incontro virtuale con il capo della NATO per discutere della situazione in Afghanistan.
La discussione tra Wang Yi e il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg si sarebbe concentrata su “questioni di interesse comune”.
Pechino condivide uno stretto confine con l’ Afghanistan e si è a lungo opposta alla presenza delle forze statunitensi e della NATO nella regione asiatica.
Oggi beneficia di una relativa stabilità, dovuta prorpio alla presenza degli alleati degli ultimi anni, ma è stata fortemente critica sul ritiro caotico degli Stati Uniti che ha spianato la strada all’ascesa al potere dei talebani, definendola precipitoso e irresponsabile.
Fonti del governo cinese hanno comunque fatto sapere che l’incontro tra i due funzionari ha prodotto un accordo per far progredire la cooperazione pratica” tra Cina e NATO su questioni come antiterrorismo, antipirateria, sicurezza informatica e mantenimento della pace internazionale.
La Cina ha mantenuto aperto il dialogo con il gruppo talebano asceso al potere in Afghanistan, ospitando anche una delegazione lo scorso luglio guidata dal leader Abdul Ghani Baradar. L’ambasciata cinese a Kabul non è stata mai chiusa.
In quell’incontro il ministro Wang definì i talebani “una forza militare e politica fondamentale in Afghanistan che sarà chiamata a svolgere un ruolo importante nel processo di pace, riconciliazione e ricostruzione”.
Pechino ha offerto al governo talebano 31 milioni di dollari in assistenza umanitaria, insieme a 3 milioni di dosi di vaccini COVID-19 di fabbricazione cinese, chiedendo in cambio l’impegno delle truppe talebane a mantenere le dovute distanze dalle richieste d’indipendenza dei cinesi che vivono nella regione nord occidentale dello Xinjiang, tradizionalmente musulmana.
LE CRITICHE ALLA NATO
Pur promettendo cooperazione con la NATO, Wang ha criticato l’invio di aerei e navi dagli Stati membri in aree vicino ai confini nazionali, affermando che “la regione Asia-Pacifico non ha bisogno di nuovi gruppi militari, né di una nuova Guerra Fredda”.
77 INCURSIONI AEREE IN DUE GIORNI
Malgrado le dichiarazioni di cooperazione internazionale, la Cina continua a violare incessantemente lo spazio aereo di Taiwan. Lo scorso 2 ottobre, ben 39 caccia militari cinesi hanno violato i confini di Taiwan, stabilendo un nuovo record giornaliero da quando il ministero della Difesa dell’isola ha iniziato a fornire i dati.
Il governo di Taipei ha parlato di 20 incursioni aeree il primo ottobre, seguite da altre 19 nella notte. Il giorno seguente si è ripetuto lo stesso scenario.In prevalenza si trattava di caccia J-16 e Su-30.
Il governo di Taiwan in risposta ha fatto decollare i propri caccia ed ha armato i propri sistemi missilistici.