Dall’indagine su Don Carmelo Licciardello si è finiti ai conti della Caritas e addirittura sui soldi che i parrocchiani elargivano per le adozioni a distanza. È emerso, infatti, che il parroco avesse la gestione, non solo del denaro dell’anziana cerialese – per la quale si ipotizza l’accusa di presunta circonvenzione di incapaci- ma anche il denaro proveniente dai versamenti dei parrocchiani per le adozioni a distanza.
Che qualcosa di poco chiaro ci fosse nella gestione del denaro della Caritas è recentemente emerso anche in relazione all’inchiesta condotta dai Carabinieri relativa alla truffa delle case a Tenerife nella quale pare fosse confluito anche denaro proveniente proprio dalla Caritas. Le indagini sulla vicenda sono ancora in corso e pertanto vige il massimo riserbo sulla questione, ma probabilmente adesso la magistratura dovrà fare chiarezza non solo sulla gestione del denaro dell’anziana cerialese del quale Don Licciardello aveva la gestione e per il quale durante gli interrogatori lo stesso ha già affermato di aver effettuato acquisti di mobili antichi, tuniche pregiate e auto, ma con il consenso della donna, ma anche sul denaro della Caritas.
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