Si allarga l’inchiesta sull’omicidio dei due fidanzati “freddati” nella loro auto il 17 marzo del 2015. Non mancano colpi di scena al processo ,tuttora in corso. Non ultima, la confessione dell’uomo nomade di 54 anni ,”Lorenzo Kari”, rinchiuso in carcere per furto. L’uomo sosterrebbe di essere stato assoldato nel luglio 2015 per uccidere i fidanzati dietro un compenso di 100mila euro da parte di un imprenditore bresciano.
Purtroppo l’udienza che lo avrebbe visto tra i testimoni, è stata rinviata al prossimo 12 maggio. Nel contempo però, l’inchiesta segue un’altra “scia”, quella della vita in caserma. I troppi non ricordo dei militari hanno destato sospetti in procura, al punto di avviare delle indagini al riguardo. Ne sta emergendo un quadro allarmante . Alcune firme apposte nei registri delle presenze del personale di servizio in addestramento per “strade sicure” sembrerebbero falsificate a dovere, inoltre una rete wifi di libero accesso dalla quale potrebbero essere stati inviati alcuni messaggi alla coppia.
Vi proponiamo uno stralcio dell’articolo del messaggeroveneto, rimandandovi a leggerlo integralmente al link in calce:
PORDENONE. Tanto tuonò che piovve. Se lo erano cominciati a chiedere i familiari delle vittime, di fronte al fuoco incrociato dei “Non ricordo” da parte dei militari.
Poi le testimonianze sulle firme false nei registri che attestavano le presenze ai corsi d’addestramento per l’operazione “Strade sicure” a Milano.
Infine i dubbi su quell’accesso pressoché libero al wi fi del nucleo gestione sistemi informatici, il cosiddetto Nugesi, l’ufficio in cui lavorava Giosuè Ruotolo, accusato del duplice omicidio del commilitone Trifone Ragone e della fidanzata di quest’ultima Teresa Costanza.
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