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Molti tra militari e sindacalisti attendono con ansia il prossimo 10 aprile 2018. I primi per un adeguamento degli organi di rappresentanza, fermi al 1978, i secondi per ovvi interessi economici. In quella data infatti potrebbe avvenire qualcosa di incredibile. La Corte Costituzionale potrebbe esprimersi positivamente sui divieti imposti ai militari a costituire o ad aderire ad associazioni a carattere sindacale.
La decisione potrebbe avvenire proprio a ridosso della scadenza del decreto milleproroghe , col quale le elezioni della Rappresentanza Militare, sono state rimandate al 30 maggio 2018 .
Un eventuale sentenza favorevole al diritto di associazione per i militari, potrebbe dare il via a nuove forme rappresentative, provocando quasi certamente la soppressione della Rappresentanza attuale.Chi indossa le stellette potrà quindi costituire associazioni o potrà aderirvi, ma sarà sempre soggetto ad ovvie limitazioni, quali l’ impossibilità di scioperare ad esempio.
Quello che sta per accadere oggi in Italia , ricorda molto quanto accaduto ai nostri cugini d’ oltralpe nel luglio del 2015. All’ epoca infatti, il Parlamento francese fu “costretto” ad adeguarsi ad una sentenza della CEDU sui diritti associativi dei militari, approvando una normativa che da allora permette ai militari francesi di creare associazioni militari e di aderirvi senza essere perseguiti penalmente. Queste forme associative sono conosciute anche con l’acronimo APNM (Associations Professionnelles Nationales Militaires).
In Italia i promotori del ricorso alla CEDU sono quasi tutti finanzieri, tra i quali spicca il nome del Sovrintendente Francesco Solinas , promotore del ricorso e storico esponente dell’associazione Ficiesse .
Ad interpellare la Corte Costituzionale , tramite l’ordinanza n. 111 del 04 maggio 2017, il Consiglio di Stato. Se vuoi leggere l’ordinanza integrale, vai a pagina 2. ↓