29 novembre 2023 1° Lgt. in pensione Antonio Pistillo
.Con un articolo, pubblicato il 12 novembre 2023, si preannunciava che l’indice inflazionistico di adeguamento delle pensioni da applicare nel 2024 sarebbe stato pari al 5,4%. Il 27 novembre il ministero dell’Economia ha comunicato che è stato firmato il decreto interministeriale che ha confermato tale previsione.
È opportuno evidenziare che l’indicizzazione è provvisoria in quanto l’inflazione non è definitiva, ma determinata sulla base della variazione dei prezzi registrati dall’Istat nei primi nove mesi di quest’anno e sulla stima dell’ultimo trimestre che a consuntivo includerà i dati effettivi dell’ultimo trimestre
Tuttavia, occorrerà attendere il testo finale della Legge di bilancio per verificare se saranno confermate le aliquote di adeguamento previste nelle bozze o se verranno modificate. Inoltre, è alquanto improbabile che l’Inps, visti i tempi dell’operazione di adeguamento e dell’incertezza del quadro normativo in attesa dell’approvazione della Legge di Bilancio, riesca a corrispondere l’aumento da gennaio che in tal caso, come già successo in passato, sarà riconosciuto nei mesi successivi con gli arretrati da gennaio.
Con la legge di bilancio dell’anno scorso il governo Meloni, in continuità con i governi precedenti ad esclusione del governo Draghi, ha deciso di fare cassa con le pensioni, reintroducendo, per gli anni 2023 e 2024, la perequazione per fasce anziché in modo decrescente sull’importo del singolo assegno all’interno delle fasce.
Pertanto, dal 2025 dovrebbe essere applicato il meccanismo precedente più favorevole all’interno degli scaglioni, a meno che il governo stretto da esigenze di finanza pubblica, ci ripensi prolungando lo schema previsto con la legge di bilancio 2023.
A tal fine, si auspica che un’eventuale dichiarazione di incostituzionalità del meccanismo di adeguamento delle pensioni previsto dalla scorsa legge di bilancio, a seguito dei ricorsi messi in campo da associazioni di categoria, sindacati e liberi cittadini, possa garantire per il futuro adeguamenti pensionistici più aderenti all’inflazione, ma nello stesso tempo non si crede sia possibile recuperare la penalizzazione del biennio 2023/2024, in quanto è molto probabile che i giudici si limiteranno, nella sostanza, ad invitare il governo a trovare una soluzione definitiva per il futuro che potrebbe essere, tra l’altro, anche disattesa, come già successo in passato, per esempio, col differimento del pagamento del Tfs degli statali, nonostante una prima sentenza della Corte Costituzionale del 2019 e una di quest’anno che, ad oggi, non hanno prodotto nessun effetto.