Dopo i provvedimenti governativi sulla gestione dell’emergenza del COVID-19, molti iscritti al Sindacato dell’ Aeronautica Militare hanno segnalato la mancanza di guanti e mascherine. In qualche caso, gli iscritti del SIAM hanno addirittura denunciato di essere stati obbligati a togliere i dispositivi di protezione che erano riusciti a reperire privatamente.
Inoltre molti iscritti hanno denunciato l’imposizione di periodi di licenza, contro qualsiasi normativa in vigore.
Tali disposizioni – sostiene il SIAM .- sono sempre state date tramite canali WhatsApp, email o telefonate, ma mai con lettere protocollate a firma dei comandanti.
Giova rammentare – sostengono i sindacalisti – che non esiste una norma che dia possibilità ai comandanti di ordinare di fruire la licenza ordinaria (ivi compresa quella riferita all’anno precedente). La licenza è un diritto soggettivo del personale ed è procedibile solo su istanza di parte per cui, in mancanza di una richiesta dell’interessato, non può essere disposta d’ufficio.
La licenza ha l’obiettivo prioritario di ristorare il personale con un periodo di riposo e recupero psicofisico e non certo quello di restare chiusi a casa in quarantena in regime precauzionale. I Comandi sono stati quindi avvisati ad una più attenta e scrupolosa osservanza della normativa di settore, e sembra che le risposte siano sono state positive ,tant’è che il personale non è stato più obbligato a fruire di licenza.
Le due lettere del SIAM
SIGONELLA
La licenza ordinaria ivi compresa quella riferita all’anno precedente ed i recuperi compensativi che soggiacciono alla medesima disciplina sono da considerarsi diritti soggettivi del personale e procedibili solo su istanza di parte; ne consegue che non possono essere disposte d’ufficio….Per leggere la lettera integrale clicca QUI
FROSINONE
L’art. 32 della Carta costituzionale tutela la salute quale“fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”. Nel disporre il divieto di utilizzo dei DPI (mascherine monouso e guanti) anche nei luoghi ove il personale è costretto a lavorare a distanze inferiori ai cento centimetri, potrebbe accadere che un militare,pur non manifestando i sintomi della malattia, possa comunque essere affetto da“covid19”. Ciò causerebbe il propagarsi del contagio all’interno del sedime aeroportuale e presso le abitazioni del personale, rischiando di creare un vero e proprio focolaio.Pertanto, si ritiene che la comunicazione di diniego sull’utilizzo dei DPI sia stata irritualmente predisposta….per leggere la lettera integrale clicca QUI
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