Coronavirus: 19 basi individuate come possibili centri di “Controllo”. Sottoposti al test i militari italiani che arrivano o partono dal Libano.

L’azione del Governo volta ad impedire la diffusione del coronavirus su tutto il territorio nazionale ha portato all’individuazione di 19 basi militari che , in caso di ulteriore diffusione del “nCoV-2019”, saranno trasformate in “Strutture Protette” con circa 3500 posti letto che andranno ad aggiungersi ai 200 già individuati nelle basi militari della Cecchignola per gli italiani che rientrano dalla Cina, di Piacenza e di Milano.

La notizia diffusa da “Il Giornale” pone l’attenzione anche sul contingente italiano di stanza in Libano nell’operazione UNIFIL,con 1076 militari italiani che stanno operando al fianco di oltre 400 militari cinesi. Tutti i militari dei caschi blu dell’Onu in Libano, che partono o arrivano, compresi gli italiani, devono sottoporsi a controlli stringenti.

STRADE SICURE



Anche per l’Operazione Strade Sicure sono state intraprese iniziative volte a tutelare il  personale militare. Le Forze armate – si apprende da un comunicato dello Stato maggiore Difesa –  in aderenza alle direttive del ministero della Salute, nei giorni scorsi hanno diramato a tutto il personale le linee guida sul comportamento che gli operatori a contatto con il pubblico devono tenere nell’ambito dell’attuale situazione sanitaria sul territorio nazionale.

Pertanto – continua il comunicato – si precisa che le direttive sono tese all’adozione di comuni misure preventive delle malattie trasmesse per via respiratoria. In particolare, nel caso in cui un operatore venga a contatto con personale sospetto, si provvederà ad avvisare i servizi sanitari segnalando che si tratta di caso di possibile coronavirus.

A tal proposito – conclude il comunicato – il Comando delle Forze operative dell’Esercito ha diramato una direttiva del ministero dell’Interno, datata ieri, per integrare quanto già comunicato sulle misure protettive individuali che devono essere adottate dal personale impegnato nell’ambito dell’Operazione “Strade Sicure“.

I PRIMI MILITARI INVIATI NELLE ZONE A “RISCHIO”



L’agenzia di stampa adnkronos ci fa sapere che saranno circa 500tra militari e forze di polizia, gli uomini che verranno inviati nelle aree del nord Italia colpite dal “nCoV-2019.

Militari e poliziotti avranno solo  funzioni di presidio e di vigilanza. Il personale militare verrà selezionato tra quello già impiegato nell’operazione ‘Strade Sicure‘. Tale personale dovrà verificare l’applicazione delle disposizioni in materia di isolamento dei luoghi e anche la sorveglianza contro fenomeni di sciacallaggio. In totale verranno impiegati  circa 400 uomini tra Lombardia (c.ca 400) e Veneto ( c.ca 100). Il personale avrà in dotazione una cinquantina di veicoli.

IL PRIMO MILITARE RICOVERATO




Un militare di stanza a Treviso si è recato spontaneamente al Pronto Soccorso del Vito Fazzi di Lecce mentre era in licenza. Tra i sintomi che lo hanno fatto  preoccupare, la tosse secca persistente e la febbre da una quindicina di giorni.

Per fortuna – si apprende da “Leccenews24” il primo test è risultato negativo .Il 25enne, in via precauzionale,  è stato visitato da un infettivologo del Vito Fazzi .Oggi verrà sottoposto ad ulteriori esami presso l’ospedale di Bari al fine di scongiurare definitivamente il “contagio”.

MA I MILITARI CHE RISIEDONO NELLE ZONE A RISCHIO?

I militari che risiedono nei comuni del contagio dovranno rimanere a casa , proprio  come tutti gli altri cittadini. Anche loro dovranno tutti attendere il termine del periodo di quarantena.

LA SITUAZIONE DEI POCHI POSTI LETTO

L’intervista al Virologo Roberto Burioni di ieri sera durante la trasmissione “Che Tempo che  fa” ha svelato la differenza tra una normale influenza e l’influenza da nCoV-2019. Se nel  primo caso la popolazione mondiale ha sviluppato degli anticorpi, poiché di anno in anno il sistema immunitario deve combattere con una variante del virus dell’ anno precedente, nel secondo caso, quello del coronavirus nCoV-2019 , la popolazione mondiale non ha gli anticorpi.

Se per la normale influenza esistono vaccini e medicine, per questo tipo di influenza non esiste nulla se non l’isolamento al fine di evitare il  propagarsi del contagio. Inoltre il coronavirus nCoV-2019 è molto più contagioso ed è in grado di penetrare fino ai polmoni, a differenza della normale influenza, che mediamente attacca le vie aeree superiori fino ai bronchi. 

Tra l’altro, il  professore si è detto contento della scelta del governo circa chiusura delle scuole. Malgrado nei bambini il virus si presenti in modo lieve,  questi potrebbero favorire la diffusione del contagio – io  mia figlia non l’avrei mandata a scuola – ha sostenuto  Burioni.

Questa malattia – ha continuato il  virologo – provoca un ricovero nel 10% dei casi, mentre un 5% dei casi necessita della terapia intensiva. I vaccini in corso di sperimentazione sono difficili da realizzare, poiché il tasso di bassa mortalità del coronavirus non permette l’utilizzo di un vaccino che presenta controindicazioni sulla salute con percentuali superiori a quelle del virus stesso.

LA CIRCOLARE “RESTRITTIVA” DEL MINISTERO DELLA SALUTE

Nelle regioni interessate dalla diffusione del virus sono state sospese tutte le manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi  in luogo pubblico o privato sia in luoghi chiusi che aperti al pubblico, anche di natura culturale, ludico, sportiva, religiosa, discoteche e locali notturni. Per visualizzare e/o scaricare la circolare, clicca QUI.


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