CARCERI, DUE DETENUTI EVADONO (A BARI E A GENOVA) DURANTE VISITE OSPEDALIERE. SAPPE: “QUESTE LE CONSEGUENZE DELLO SMANTELLAMENTO DELLE POLITICHE DI SICUREZZA”. E CHIEDE AL PREMIER DRAGHI IL COMMISSARIAMENTO DEL DAP

In poche ore due detenuti sono evasi, a Bari ed a Genova, mentre stavano effettuando delle visite presso altrettanti nosocomi delle due città. E il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE “punta il dito” contro i vertici dell’Amministrazione Penitenziaria.

Spiega Donato Capece, segretario generale del SAPPE: “Quel che è successo è di inaudita gravità ed è la conseguenza dello scellerato smantellamento delle politiche di sicurezza delle carceri, che vede sempre maggiori ricorsi a visite in strutture Ospedaliere esterne nonostante buona parte delle carceri – e tra queste anche quelle di Bari e Genova – abbiano Centri diagnostici terapeutici (CDT) ed infermerie all’altezza con personale medico e paramedico adeguato.

A Genova per fortuna i poliziotti penitenziari sono stati bravissimi a riacciuffare l’evaso ma a Bari sono frenetiche le ricerche per assicurare l’altro evaso alla giustizia, ma è grave che il personale impegnato nelle ricerche non possa disporre del prezioso ausilio delle Centrali Operative Regionali che sono state assurdamente soppresse, sempre nella logica di depotenziare un Corpo di Polizia dello Stato quale è la Polizia Penitenziaria, per ridurre la nostra Istituzione  ad unità di supporto ai detenuti e alle politiche trattamentali secondo le indicazioni del Garante dei detenuti.

Basta! I vertici del DAP continuano a sbagliare tutto: se ne devono andare a casa!”.
Capece denuncia “una volta di più le quotidiane difficoltà operative con cui si confrontano giornalmente le unità di Polizia Penitenziaria in servizio nei Nuclei Traduzioni e Piantonamenti: agenti che sono sotto organico, non retribuiti degnamente, con poca formazione e aggiornamento professionale, impiegati in servizi quotidiani ben oltre le 9 ore di servizio, con mezzi di trasporto dei detenuti spessissimo inidonei a circolare per le strade del Paese, fermi nelle officine perché non ci sono soldi per ripararli o con centinaia di migliaia di chilometri già percorsi”.

Il SAPPE denuncia, infine, il quotidiano e sistematico ricorso alle visite mediche in ospedali e centri medici fuori dal carcere, con contestuale massiccio impiego di personale di scorta appartenente alla Polizia Penitenziaria, per la diffusa presenza di patologie tra i detenuti (solo sino a luglio a Marassi sono state effettuati 66 ricoveri esterni!):

Dal punto di vista sanitario la situazione delle carceri è semplicemente terrificante: secondo recenti studi di settore è stato accertato che almeno una patologia è presente nel 60-80% dei detenuti. Questo significa che almeno due detenuti su tre sono malati. Tra le malattie più frequenti, proprio quelle infettive, che interessano il 48% dei presenti.

A seguire i disturbi psichiatrici (32%), le malattie osteoarticolari (17%), quelle cardiovascolari (16%), problemi metabolici (11%) e dermatologici (10%). Questo fa capire ancora di più come e quanto è particolarmente stressante il lavoro in carcere per le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria e dei Nuclei Traduzioni e Piantonamenti che svolgono quotidianamente il servizio con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità, pur in un contesto assai complicato per il ripetersi di eventi critici”.

E, proprio in relazione alla gravissima situazione strutturale e sistemica delle carceri italiane, il SAPPE auspica l’intervento del Presidente del Consiglio Mario DRAGHI con il commissariamento dell’Amministrazione Penitenziaria.

Roma, 27 settembre 2021

Segreteria Generale Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria

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