“Apprendo che il presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte ha incontrato, nei giorni scorsi, l’ex deputato radicale Rita Bernardini, oggi presidente della associazione Nessuno Tocchi Caino, in prima linea per sollecitare un provvedimento di amnistia o indulto.
Mi auguro che il Premier voglia ascoltare nel merito anche i Sindacati di Polizia Penitenziaria e le associazioni delle Vittime dei reati: sarebbe paradossale che il Governo prendesse decisioni ascoltando solamente chi rappresenta Caino e ignorando chi sta dalla parte di Abele. Non riusciamo mai ad imparare qualcosa dagli errori del passato: piuttosto che costruire le nuove carceri che servono, si fanno uscire un po’ di detenuti e, per un po’, la situazione torna alla normalità. Quindi, non ci si preoccupa di costruire nuove case di pena e di riforme strutturali e, dopo pochi mesi, inevitabilmente tutto torna come prima e ancora una volta sentiamo parlare di amnistia e indulto, con buona pace della certezza della pena e della sua effettività, creando false e pericolose aspettative nei ristretti: e questo mi sembra irresponsabile, viste anche le rivolte accadute nelle carceri lo scorso marzo, con tanto di morti e feriti”.
E’ l’auspicio di Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.
“La storia ci ha insegnato che amnistie o indulti servono a poco se poi non seguono vere riforme strutturali”, conclude Capece. “Piuttosto, servirebbe, un potenziamento dell’impiego di personale di Polizia Penitenziaria nell’ambito dell’area penale esterna.
A nostro avviso è fondamentale potenziare i presidi di polizia sul territorio – anche negli Uffici per l’Esecuzione Penale esterna – per farsi carico dei controlli sull’esecuzione delle misure alternative alla detenzione, delle ammissioni al lavoro all’esterno, degli arresti domiciliari, dei permessi premio, dei trasporti dei detenuti e del loro piantonamento in ospedale. Per far questo, servono nuove assunzioni nel Corpo di Polizia Penitenziaria. Mi auguro ci venga data la possibilità di poterlo dire personalmente al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, se intende ricevere anche noi a Palazzo Chigi come ha fatto con i rappresentanti di Nessuno Tocchi Caino.
Visto che ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato, saremmo curiosi di sapere quali determinazioni intende assumere nel merito il premier Conte e l’Esecutivo che guida”.
Roma, 22 dicembre 2020
Dott. Donato CAPECE – segretario generale SAPPE
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