Avrebbe fatto provare la propria pistola d’ordinanza ad un tredicenne e per questo motivo la sua carriera nell’Arma dei Carabinieri è terminata nel peggiore dei modi.
Ma la vicenda, che risale al 2012, è ben più complessa. Quel bambino in verità era il fratello minore di quella che all’epoca era la sua ragazza .
In un giorno come tanti altri, il militare avrebbe messo in mano al ragazzino di 13 anni la sua arma di ordinanza e gli avrebbe fatto esplodere pure un colpo.
Quando però la relazione tra i due fidanzati iniziò ad incrinarsi, cominciarono i primi problemi giudiziari, fino ad arrivare ai giorni nostri con la radiazione dall’Arma dei Carabinieri.
Inutili i tentativi di difesa del 42enne. Malgrado abbia sempre negato di aver commesso un’ingenuità del genere, sarebbero emerse prove, come alcune foto scattate dentro la sua auto e in un luogo all’aperto, che ritraggono l’allora minorenne con la pistola in mano.
Da quanto riporta il Quotidiano di Puglia, lo scorso 19 novembre è arrivata la sentenza di condanna in primo grado. Il giudice di Teramo gli ha comminato ben otto mesi di reclusione, oltre a 500 euro di multa e 2mila euro di risarcimento alla famiglia del minore, oggi divenuto maggiorenne, ma non è tutto.
Quando la storia tra i due ebbe fine,l’uomo fu anche processato e condannato prima dal Tribunale di Ascoli e poi in appello, a 3 anni e 6 mesi per sequestro di persona e lesioni proprio ai danni della ex ragazza.
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