“L’Amministrazione penitenziaria continua a stupire tutti con scelte assurde e senza.
L’ultima, in ordine di tempo, è il progetto “Una scuola come casa” che prevede che nella Scuola di Cairo Montenotte si dia posto a una quindicina di detenuti del Distretto ligure-piemontese per fare scontare loro lì la detenzione domiciliare, naturalmente con vitto e alloggio a spese dello Stato.
Dopo il tentativo di assegnare ai Carabinieri parte della Scuola e la permanenza di malati COVID, ricoverati nella Scuola durante la recente pandemia, si persegue nella inaccettabile e scellerata volontà di snaturare quella che è una realtà d’eccellenza nel Corpo di Polizia Penitenitenziaria.
Lo avevamo già detto e lo ribadiamo con forza: pensare di risolvere i problemi penitenziari della Liguria e del Piemonte adattando una parte della Scuola di Polizia Penitenziaria di Cairo Montenotte a prigione è una proposta inutile e demagogica ancor prima che impraticabile.
Ed è grave ed assurda la scellerata ipotesi di voler tentare di fare convivere guardie e ladri insieme. ”.
Dura presa di posizione di Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, rispetto alla riconversione della Scuola Agenti di Cairo in prigione
“La Scuola di Cairo Montenotte è una struttura di eccellenza nella formazione e nell’aggiornamento professionale degli appartenenti non solamente al Corpo di Polizia Penitenziaria ma anche alle altre Forze di Polizia”, prosegue il leader del primo Sindacato dei Baschi Azzurri.
“Non servono proposte farlocche per risolvere problemi reali. Savona e provincia hanno bisogno di un nuovo carcere, di almeno 300 posti letto, e la Valbormida ha le aree idonee per costruirlo.
Costruirne uno nuovo vuol dire non solo risparmiare soldi pubblici rispetto a soluzioni tampone ma creare posti di lavoro sul territorio che, per un sindaco, dovrebbero essere un impegno ed un interesse.
Mettere i detenuti alla Scuola, dopo i malati Covid, vuol dire snaturare la Scuola Agenti: va bene mettere a disposizioni spazi per fronteggiare l’emergenza pandemia Covid-19, ma non ha alcun senso metterci ora i detenuti per garantire loro la possibilità di accedere alla detenzione domiciliare.
Il dato oggettivo è che i cittadini di Cairo e della Valbormida si troveranno sul territorio decine e decine di persone condannate in piena libertà. Assurdo!
Perché non si riconverte, come diciamo da anni, l’ex carcere di S.Agostino di Savona a struttura per l’accoglienza dei soggetti ammessi all’area penale esterna? Faccio una considerazione: Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia di Stato metterebbero a disposizione degli arrestati alloggi nelle loro Caserme?
Noi siamo pronti a manifestare contro questa assurda decisione!”
Roma, 20 gennaio 2022
Dott. Donato CAPECE – segretario generale SAPPE