8 ottobre 2024 1° Lgt. in pensione Antonio Pistillo
Il piano strutturale di bilancio di medio termine che con le nuove regole europee sostituisce il Def, è stato approvato dal Consiglio dei Ministri e inviato alle Camere. Da considerare che l’andamento del rapporto debito e Pil nei prossimi anni, soprattutto nel periodo 2024-26, continuerà a essere fortemente condizionato dall’impatto sul fabbisogno di cassa delle compensazioni d’imposta legate ai Super bonus edilizi (si parla di una ricaduta di circa 40 miliardi annui fino al 2027).
Per i dipendenti pubblici arriva una importante novità.
A partire dal prossimo anno, sembra verrà garantito il recupero dell’inflazione e ogni manovra finanziaria conterrà lo stanziamento previsto. Con le vecchie manovre di bilancio, gli aumenti erano finanziati con il contagocce negli anni iniziali della contrattazione e solo nell’ultimo anno di vigenza dell’accordo stanziate le risorse necessarie, facendo sì che le trattative non potessero che iniziare l’ultimo anno del triennio e il pagamento non prima dell’anno successivo, come sta succedendo per il contratto 2022/2024 che, nella migliore delle ipotesi, verrà corrisposto in busta paga nel primo trimestre del 2025.
Non dovrebbe essere più così, in quanto l’aumento del prossimo triennio sarà stabilito in anticipo e si potrà iniziare da subito la trattativa per il rinnovo del 2025-2027. Questa dovrebbe essere la nuova procedura che permetterà di anticipare il pagamento, rispetto al passato, dell’aumento contrattuale sulla base della inflazione programmata che sarà oggetto di conguaglio in base all’inflazione reale e non solo; infatti sarà maggiore anche l’importo degli arretrati dei primi due anni del triennio che in precedenza è stato sempre irrisorio ovvero, addirittura, nullo.
Gli effetti sulla valutazione della scelta tra il moltiplicatore e l’ausiliaria.
Per simulare il trattamento pensionistico al termine dei 5 anni occorre tenere conto anche degli aumenti nel quinquennio del personale in servizio che spettano nella misura del 50% al personale in ausiliaria, sulla base delle stime dell’inflazione dell’Istat per gli anni a venire.
È necessario, inoltre, anche individuare di quanti contratti si beneficerà visto che, essendo gli aumenti spalmati tutti sull’ultimo anno del triennio, si rischia di giovarsi di un solo contratto, come, per esempio, succederà al personale collocato in tale posizione nel 2024, come si evince da specchio a seguire che indica, in base all’anno di uscita, quanti saranno i contratti che permetteranno una maggiorazione del trattamento pensionistico vitalizio (indicati in verde)
Pertanto, nel simulare oggi il trattamento di fine ausiliaria del personale in tale posizione dal 2024, si può presumere un aumento di circa il 4,5/5% relativo al contratto 2025/2027 del personale in servizio e nulla per i restanti due, in quanto l’aumento distribuito quasi interamente sull’ultima anno (2030), come successo col contratto precedente.
Difatti, il personale collocato in ausiliaria nel 2015 ha beneficiato interamente, sempre nella misura del 50%, del contratto 2016-2018, ma quasi nulla per il 2019 e 2020, in quanto l’aumento contrattuale applicato quasi interamente nel 2021. L’aumento del biennio è stato limitato alla sola vacanza contrattuale percepita dai colleghi in servizio.
Passiano ad un esempio per la valutazione tra il trattamento di quiescenza col moltiplicatore e quello di fine ausiliaria attraverso la stima di un Lgt – classe 1964 – arruolato ottobre 1984 – cessazione nel 2024 per limite di età
In sintesi, con l’eventuale nuova procedura di aumenti contrattuali su base annua e in periodo di inflazione anche medio alta, la forbice tra il trattamento col moltiplicatore e quello di fine ausiliaria potrebbe essere più ampia.FORBICE TRA MOLTIPLICATORE E AUSILIARIA “PRECISAZIONE”