Maresciallo di 2^ classe dell’ Aeronautica Militare condannato a risarcire il Ministero della Difesa, per una somma pari ad euro 49.977,79.
Giudicato dalla Procura Militare della Repubblica presso il Tribunale Militare di Verona nel settembre 2013, il Maresciallo 2^ classe fu accusato per i reati di diserzione aggravata e continuata e di truffa militare continuata pluriaggravata in relazione a molteplici e ripetuti episodi di mancato rientro in servizio (al termine di precedenti periodi di assenza) giustificati dall’interessato mediante la produzione di certificati medici successivamente risultati falsificati ad opera dello stesso.
Condannato dallo stesso Tribunale perché ritenuto responsabile dei reati contestati, i giudici avevano stabilito che il Maresciallo aveva simulato infermità inesistenti producendo falsi certificati medici, creati mediante l’utilizzo di altri precedenti certificati, a cui modificava la data di emissione o la diagnosi;
inoltre con artifici e raggiri consistenti nella formazione di falsi certificati medici con le modalità di cui sopra, li inoltrava al Comando del suo ente, inducendo in errore il personale del servizio amministrativo preposto alla gestione economica del personale e al pagamento degli stipendi, al fine di conseguire l’ingiusto profitto consistente nel percepire le retribuzioni pur senza aver prestato la prevista attività di servizio nei periodi interessati.
La sentenza di primo grado, è stata integralmente confermata dalla Corte Militare d’Appello di Roma, mentre il ricorso per Cassazione è stato dichiarato inammissibile. La sentenza della Corte Militare d’Appello è divenuta irrevocabile in data 13 settembre 2016.
L’Autorità Giudiziaria militare ha accertato in modo inconfutabile, la presentazione di certificati medici artificiosamente falsificati dal maresciallo, al fine di simulare la propria infermità per rimanere assente dal reparto e sottrarsi al servizio. Durante le fasi processuali, i certificati sono stati disconosciuti dai medici che avrebbero dovuto averli rilasciati.
E’ stato appurato inoltre che alcuni di questi certificati riportavano date di rilascio nelle quali il Maresciallo si trovava in un’altra regione, il tutto dimostrato in sede penale dall’analisi dei tabulati telefonici, quindi senza la possibilità materiale di essere sottoposto a visita medica.
In totale, il militare si è assentato ingiustificatamente per ben 290 giornate di lavoro, comunque retribuite dall’amministrazione di appartenenza, proprio sulla base delle false certificazioni prodotte ai compenti uffici, determinando un rilevante danno alle casse della Difesa.
Con la sentenza 156/2018,i giudici amministrativi della Corte dei Conti Emilia Romagna hanno quindi condannato il Maresciallo a risarcire l’amministrazione militare di appartenenza nella misura quantificata dalla Procura, sulla base dei dettagliati prospetti di calcolo predisposti dal servizio amministrativo del Comando di appartenenza, in complessivi euro 24.035,57.
Inoltre il militare è stato condannato a pagare anche 25.942,22 euro per danno all’immagine dell’amministrazione militare di appartenenza ,cifra corrispondente al doppio delle retribuzioni nette illecitamente percepite per le giornate di assenza ingiustificata (euro 12.971,11).