La pirateria televisiva consiste nella visione illegale e a basso prezzo, dei contenuti streaming forniti da aziende come DAZN, Sky, Netflix o Disney+, attraverso l’IPTV (Internet Protocol Television).
Oggi la visione di contenuti pirata è diventata più rischiosa poiché tra l’individuazione di un sito pirata e la sua chiusura, grazie alla nuova piattaforma antipirateria sviluppata dall’AGCOM, sono sufficienti solo 30 minuti e tutti gli utenti che lo sfruttano possono venire identificati e ricevere pesanti multe.
Il sistema di elusione si basa su un decoder, che consente l’accesso illegale a contenuti televisivi su piattaforme a pagamento, spendendo una frazione del costo previsto e senza abbonarsi agli stessi. In pratica, chi trasmette contenuti illegali si abbona ai servizi in questione, per poi inviare questi contenuti a un dispositivo chiamato encoder, che lo rende compatibile con il sistema IPTV.
A questo punto il contenuto è mandato su un server, generalmente all’estero, e caricato su un sito. Gli utenti che vogliono vedere quel contenuto pirata accederanno al sito pagando un prezzo decisamente inferiore a quello convenuto per gli abbonati e potranno vederlo sul loro TV. La legge 14 luglio 2023, n. 93 prevede sanzioni sia per chi trasmette sia per chi fruisce di contenuti pirata. La legge prevede altresì nuovi poteri all’AGCOM che ha creato una piattaforma per segnalare le trasmissioni illegali e farle chiudere dagli operatori di rete entro 30 minuti.
L’utente che accede a contenuti pirata rischia una sanzione amministrativa che parte da 154 euro e che arriva a 5.000 euro per chi usufruisce di “quantità notevoli di opere o materiali protetti” o in recidiva. A chi guarda i contenuti non vengono applicate pene detentive mentre chi trasmette i contenuti rischia da sei mesi a tre anni di reclusione.
La piattaforma Piracy Shield, di proprietà dell’AGCOM, consente, dal 1° febbraio 2024, ai detentori dei diritti d’autore, di segnalare eventuali violazioni a seguito delle quali sarà possibile bloccare gli indirizzi IP impiegati per diffondere i contenuti e oscurare il sito che trasmette contenuti pirata entro 30 minuti dalla segnalazione del titolare. Inoltre, dal 12 marzo 2024 la Guardia di Finanza e la Procura di Roma hanno firmato un accordo che consente di incrociare i dati per identificare i responsabili dei reati. E inviare le multe, senza bisogno di richieste di autorizzazioni per indagare. Il ricavato delle sanzioni andrà al Ministero della Giustizia per finanziare la lotta alla pirateria.
FONTE SIULP – Sindacato Italiano Unitario dei Lavoratori della Polizia