Lavori parlamentari: Le spese per la difesa in ambito NATO

Le Forze Armate italiane partecipano attualmente a 9 missioni della NATO, con una presenza massima autorizzata dal Parlamento di 5.200 unità e un finanziamento di 463,5 milioni di euro. Nel corso del Summit NATO del 2014 in Galles gli Stati membri della Nato hanno assunto l’impegno di incrementare le proprie spese per la difesa fino al raggiungimento dell’obiettivo del 2% delle spese per la difesa rispetto al PIL. A tal fine nella XVIII legislatura la Camera ha approvato un ordine del giorno (n. 9/3491- A/35, C. 3491-A), con il quale si impegna il Governo ad avviare l’incremento delle spese per la difesa nella direzione indicata nel citato vertice del Galles e successivamente ribadita nel vertice NATO di Varsavia del 2016.

Il “burden sharing” NATO

La tematica del burden sharing, ovvero del rispetto degli impegni assunti in occasione del Summit NATO tra Capi di Stato e di Governo, svoltosi in Galles nel settembre 2014, poi ribaditi a Varsavia nel 2016 con il cosiddetto Defence Investment Pledge (DIP), continua a rappresentare una delle questioni politiche centrali del dibattito che si sviluppa in seno all’Alleanza Atlantica.

Il Burden sharing richiede, infatti, lo sforzo di ciascuna Nazione Alleata a tendere, entro il 2024, al raggiungimento dei seguenti obiettivi (cd. “le tre C”):

2% delle spese per la difesa rispetto al PIL (“cash”);

20% della quota del budget della Difesa da destinare agli investimenti (“capabilities”);

contributo a missioni, operazioni ed altre attività (“contributions”). Ti interessa questo approfondimento condotto dal “Servizio Studi“? Continua a leggere QUI

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