«La corte d’appello ha riformato la sentenza di primo grado che vedeva condannato per falso ideologico l’attuale dirigente dell’UPSGP Massimo Improta, pronunciando sentenza di assoluzione perché il fatto non costituisce resto.
L’accusa era maturata dalla sottoscrizione del verbale di arresto di S. G. durante la notte di tafferugli in seguito alla partita di Coppa Italia Roma – Inter del 5 maggio 2010. Per noi, questa assoluzione, era scontata conoscendo la tempra e la professionalità di Massimo Improta».
Lo dichiara Fabio Conestà, Segretario Generale del Movimento Sindacale Autonomo di Polizia (Mosap).
«Improta ha dovuto sostenere un processo e relativa gogna mediatica. Il pacchetto “tutto compreso” cui sono destinati i colleghi che si trovano indagati per fatti relativi al servizio, salvo poi essere assolti, come in questo caso.
Spiace solo che i tempi della giustizia siano così lunghi e che ci siano voluti 6 anni per riconoscere l’innocenza del collega e restituirgli dignità umana e professionale» conclude Conestà.