Dichiarazioni Boeri su pensioni Militari. Tanto clamore per nulla

Le dichiarazioni dell’ex presidente dell’Inps Tito Boeri, rilasciate durante il corso della trasmissione “Che Tempo che fa”, condotta da Fabio Fazio,  hanno suscitato indignazione tra i militari, tant’è che sono stati rilasciati numerosi comunicati stampa da parte delle associazioni sindacali e dello stesso Cocer. 

Ma da cosa scaturiscono le dichiarazioni di Boeri?

Facciamo un passo indietro nel tempo. Siamo nel 2012, anno in cui  l’Ammiraglio di Paola, a capo del dicastero della Difesa, riuscì a dimostrare che la spesa per lo Strumento Militare Italiano era dedicata maggiormente agli stipendi del personale e solo un 40% era rivolta all’ammodernamento dello Strumento stesso.La legge prevedeva quindi la riduzione del personale militare, compresi i marescialli, al fine di modernizzare e razionalizzare lo strumento militare.

Boeri, probabilmente, fece propria l’analisi dell’Ammiraglio di Paola sullo Strumento Militare italiano ( siamo a ridosso degli anni 2014/2019, anni in cui Boeri era a capo dell’ Inps).

Proprio  nel 2014, il Governo Renzi, vista la Legge Di Paola e le plausibili pressioni dell’Inps, in seguito ad una riunione del CDM decretò l’applicazione dell’ARQ (clicca qui) dal ruolo marescialli fino al grado di Tenente Colonnello, proponendo la cessazione dal servizio a 7 anni  dal limite ordinamentale, con una pensione ( A.R.Q.) più bassa fino al raggiungimento dei 60 anni. Da allora però non vennero mai emanati i decreti attuativi.

In verità, la 244/12 ( Legge di Paola) non è stata mai applicata correttamente, anzi, più volte la compagine politica, nel corso degli anni,  ha apportato delle modifiche

SITUAZIONE ATTUALE

Se è pur vero che in un passato molto remoto furono commessi degli errori , oggi il sistema previdenziale delle Forze Armate non corrisponde più a quello descritto da Boeri.

I militari in servizio e quelli che sono riusciti ad accedere alla pensione da poco, non appartengono più al sistema retributivo puro, ma al sistema retributivo/contributivo, ovvero misto ( arruolati prima del 1995 ) e al sistema contributivo puro (arruolati dopo il 1995) e  non possono certo ritenersi dei privilegiati.

Fu proprio l’On. Dini nel 1995, con la Legge 8 agosto 1995, n. 335 di “riforma del sistema pensionistico obbligatorio e complementare”, a porre fine alle pensioni contestate dall ‘Ex presidente dell’INPS. A causa di quella legge, oggi molti militari, al contrario di tutti gli altri lavoratori della P.A., non possono godere di un sistema di previdenza complementare. 

I trattamenti di quiescenza delle forze armate stanno subendo repentino calo, senza considerare che le scelte politiche sui pensionamenti degli ultimi anni premiano l’anzianità anagrafica piuttosto che quella contributiva.

Quindi  sarebbe bastato essere stati più chiari, evitando di coinvolgere tutto e tutti. Ed infatti lo stesso Boeri nel proprio account Twitter, ammette:

In base alle stime dell’Inps “i militari per anni hanno ricevuto pensioni che valevano quasi il doppio rispetto a quanto avrebbero maturato sulla base dei contributi versati. Più di ogni altra categoria a parte i politici (dato non smentito nemmeno dai siti militari, nd

E GLI STIPENDI DEI MILITARI IN SERVIZIO?

Anche in questo caso, se paragoniamo gli stipendi ed i trattamenti riservati ai militari europei, troviamo profonde differenze con i nostri. 

Si stima che un Graduato con una media stipendiale di 1200/1500 euro al mese, possa percepire in un prossimo futuro una pensione inferiore allo stipendio. Questo è un problema che riguarda tutti gli arruolati dopo il 1995.

Se poi volessimo fare un paragone con i nostri “cugini” francesi, ci accorgeremmo che un maresciallo percepisce mediamente € 4 085 / Mois, oltre il doppio del collega italiano, mentre in Inghilterra pare sia addirittura possibile chiedere l’anticipo del TFS durante il servizio o optare di convertirlo, alla cessazione dal servizio, in pagamenti mensili, gonfiando il cedolino mensile del nuovo lavoro o inserendolo nei pagamenti della pensione.

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