Gli allievi palombari di COMSUBIN si addestrano nelle acque profonde di Messina

Giovanni Torraco

Dal 23 novembre al 4 dicembre il porto militare di Messina è stato lo scenario subacqueo di una complessa e delicata attività formativa militare: quella delle immersioni profonde del corso Palombari, fino alla quota massima di 60 metri.

La Scuola Subacquei di COMSUBIN, con sede a Le Grazie, ha scelto di valicare i confini dell’Italia peninsulare in virtù della singolare caratteristica morfologica delle acque del porto di Messina: l’immediato accesso a fondali molto profondi, così incredibilmente vicini alla terra ferma e alle banchine dell’area portuale militare, rende questo scenario abissale un ambiente addestrativo davvero unico nel suo genere.

Grazie a questo dono naturale, in cui Scilla e Cariddi ebbero, per primi, a confrontarsi nella lontana mitologia greca, la Scuola dei Palombari ha condotto 120 immersioni profonde a 60 metri di profondità nell’arco temporale di pochissimi giorni.

Un numero davvero elevato di immersioni considerando che di rado il mare dedica agli operatori una così duratura e benevola accoglienza e che le immersioni sono sempre attività svolte in un ambiente non naturale. Nonostante ciò, gli istruttori del COMSUBIN, attraverso una attenta pianificazione e un oculato sfruttamento delle predette caratteristiche naturali del luogo, hanno concluso il percorso formativo dei futuri Palombari della Marina Militare.

Fonte marina Militare


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