Procuratore Militare De Paolis: le Procure Militari sono piene di esposti anonimi che spesso si rivelano fondati

Il Procuratore Generale Militare Marco De Paolis , intervistato dal Corriere della sera, non sembra avere dubbi sulle azioni da intraprendere all’interno delle compagini militari.

Rivolgendosi direttamente all’Arma , afferma che esistono gruppi di delinquenti fuori controllo che possono infettare l’intera caserma e l’Arma, essendo un pilastro dello Stato, va protetta.

Bisogna ripensare alla formazione e all’etica. I valori sono lealtà, onestà e fiducia. Al momento la segnalazione di illeciti compiuti dai colleghi viene ritenuta contraria all’etica poiché si danneggia l’immagine dell’Istituzione. Bisogna invece tutelare chi decide di denunciare.↓

Le Procure Militari – sostiene De Paolis –  sono piene di anonimi che spesso si rivelano fondati. E’ arrivato il momento di prevedere il whistleblowing garantendo protezione a chi denuncia corruzione e altri reati, tutelando chi segnala le disfunzioni.

Lo Spirito di Corpo è un valore ma se ne viene fatto abuso può diventare un illecito strumento di impunità in quanto costringe i colleghi a un imbarazzante silenzio.

Secondo il Procuratore , bisogna Cambiare il modo di calcolare la produttività, altrimenti gli arresti non valgono nulla se non convalidati.

E’ necessario cambiare la mentalità -continua De Paolis . Attualmente un comandante bravo è quello che non ha problemi, in realtà può accadere che invece li nasconda. Il messaggio da far passare è che il vero Comandante è quello che risolve il problema non quello che lo ignora o non lo denuncia. Bisogna cambiare la mentalità a livello apicale ridimensionando il carrierismo fine a sé stesso.

Il messaggio del Procuratore De Paolis è piaciuto molto al Segretario Generale del Nuovo Sindacato Carabinieri, Massimiliano Zetti.

Rimane poco da aggiungere all’analisi precisa del Procuratore Generale Militare De Paolis  – sostiene Zetti –  se non il fatto che esistono documenti ufficiali di 6 anni fa redatti dal Cobar Umbria e Sardegna, che segnalavano la pressione continua esercitata da taluni Comandanti di Compagnia a fare arresti su arresti per incrementare le tabelle dell’attività operativa.

Stona verificare inoltre che proprio in quella regione, mentre il Comandante della Legione con un inconsueto zelo, sottoponeva o faceva sottoporre a procedimento disciplinare i Carabinieri che avevano i tatuaggi, di cui uno veniva pure destituito, a Piacenza invece accadeva ciò che ora sappiamo.

In ultimo – conclude il Segretario di NSC – dobbiamo  ridare il vero valore alla disciplina militare e impedire che venga arbitrariamente usata da coloro che la utilizzano per imporre il dominio o soddifare i propri capricci. Non vorremo più sentire Comandanti di Compagnia che manifestano costernazione con il proprio dipendente adducendo il fatto di essere costretti ad aprire procedimenti disciplinari perché lo ha ordinato il Colonnello o il Generale.

I procedimenti si aprono se vi è comportamento disciplinarmente rilevante, non per soddisfare i capricci del superiore. Se inizieremo a cambiare mentalità come suggerisce il Procuratore Generale e se l’azione del Sindacato Militare sarà rivolta a tutelare, proteggere e ad assistere le cosiddette “mele sane”, forse ce la faremo. 


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