di Maicol Mercuriali
Un laccio emostatico rivoluzionario che, sul campo di battaglia, sarà in grado di salvare la vita a migliaia di soldati. È quello che ha presentato l’esercito degli Stati Uniti nelle scorse settimane, dopo averlo testato in Afghanistan e in altre zone calde del pianeta dove i militari a stelle e strisce sono impegnati.
Nei film è una scena ricorrente: un colpo d’artiglieria, una pallottola vagante, ed ecco che il soldato viene ferito.
Perde sangue, molto sangue, e un commilitone si strappa l’uniforme e la trasforma in un rudimentale laccio emostatico per bloccare l’emorragia in attesa dei soccorsi. Si tratta di finzione, ma nella brutale realtà della guerra è una pratica che può funzionare. Il problema è se la ferita, invece che al braccio o alla gamba, è all’addome o in altre zone del corpo dove non è possibile stringere alcunché. Qui entra in gioco la novità Usa, quello che è stato chiamato il laccio emostatico giunzionale, che può essere applicato a ferite che non è possibile trattare con lacci convenzionali, come all’addome, al torace, nell’inguine, sotto l’ascella Il dispositivo è stato sviluppato dall’Army medical research and materiel command, nel Maryland, e fondamentalmente è una cintura con una o più camere d’aria gonfiabili.