I 100 anni del maresciallo artificiere Scrofani – Operò sul campo negli anni di piombo

di ANDREA CIONCI
 Chi ha vissuto gli Anni di Piombo lo ricorda sicuramente: Salvatore Scrofani, il maresciallo artificiere sempre presente dovunque vi fosse un ordigno da disinnescare che riportava, ogni volta, un successo. Oggi, nel centenario della sua nascita, la sua città natale, Ragusa, dopo avergli intitolato una strada, gli dedica il convegno “Gli Artificieri Antisabotatori al servizio dello Stato e della Nazione”. Furono circa 140 gli attentati compiuti con ordigni dai terroristi tra il 1968 e il ’74 nei quali rimasero uccisi oltre a tanti servitori dello Stato anche innumerevoli civili. Continua ↓

Quando si riusciva a intervenire per tempo, una linea diretta che passava dal Ministero della Difesa faceva squillare il telefono in casa Scrofani dove il maresciallo viveva con la moglie Zeole e i suoi due figli, all’epoca ragazzi. Poco dopo, arrivavano i Carabinieri, o la Polizia, con le sirene spiegate e lo accompagnavano sul luogo della bomba. In casa calava un’atmosfera di silenziosa angoscia fino a che non giungeva la telefonata liberatoria: “Tutto bene signora, suo marito sta tornando a casa”. Continua ↓

La vocazione  

Il maresciallo, nato militarmente nell’Artiglieria a cavallo, reduce della Seconda guerra mondiale, si era dedicato a questa rischiosa attività dopo aver visto un amico morire, a Ragusa, a causa di una bomba d’aereo recuperata incautamente da alcuni bambini.

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