«Le donne non devono soccombere e devono tenere ben presente che occorre denunciare e farsi sostenere, noi Carabinieri siamo qui per questo e loro non saranno mai sole».
Lo dichiarano Toni Megna e Igor Tullio, segretari nazionali del Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC), in occasione del 25 novembre.
«Le istituzioni devono fare rete per supportare le donne, soprattutto le vittime di violenza – proseguono –oggi più che mai è necessaria la collaborazione tra Chiesa, politica, istituzioni, associazioni, scuola e volontariato. Siamo grati a tutti coloro che, in prima linea, si spendono nelle zone disagiate».
Per questo motivo NSC ha consegnato una targa a Don Ugo di Marzo, prete di frontiera impegnato nel difficile quartiere dello Sperone a Palermo, alla guida della parrocchia di Maria Santissima delle Grazie in Roccella. Un segno di gratitudine con l’auspicio che proprio da Palermo parta una rinascita sociale e culturale che diventi modello per altri territori.
Proprio in tema di aree ad alto rischio di marginalità sociale e dispersione scolastica, il Nuovo Sindacato Carabinieri e Don Ugo di Marzo rivolgono un appello alla Premier Giorgia Meloni:
«Il Presidente del Consiglio venga a Palermo a visitare i Reparti impegnati nel contrasto alle violenze di genere, eccellenza dell’Arma dei Carabinieri, ma anche la realtà di Roccella e Sperone, dove la sinergia tra le Parrocchie, scuola, gli Enti e le associazioni del terzo settore sta portando concreti frutti nel contrasto alla violenza di genere e allo spaccio di droga.
Trasformiamo l’emergenza educativa in sfida – dichiara il parroco – e raccogliamo questa sfida consapevoli che, se non la facciamo nostra, di fatto la demandiamo alla strada e ai social».
«L’impegno del Nuovo Sindacato Carabinieri –dicono Toni Megna e Igor Tullio – è rivolto al contrasto delle discriminazioni e alla valorizzazione delle pari opportunità, come istituito dalla legge 46 del 2022, un quadro in cui l’azione quotidiana dell’Arma dei Carabinieri a tutela delle donne vittime di abusi assume un ruolo centrale attraverso l’attività della “Rete nazionale di monitoraggio sul fenomeno della violenza di genere”, strutturata su ufficiali di polizia giudiziaria, marescialli e brigadieri altamente formati.
Siamo profondamente consapevoli di quanto sia straordinario l’impegno profuso dall’Arma dei Carabinieri, nella formazione del personale e nell’attenzione al contrasto di questi reati, ma è necessario fare rete, all’insegna di uno sforzo condiviso tra le Istituzioni».