Roma, (askanews) – Ecco come Carlo Jean, Generale di Corpo d’armata, presidente del Centro Studi di Geopolitica Economica ed ex presidente del Centro Alti Studi per la Difesa, ci ha spiegato in un’intervista video il legame fra gli attentati di Parigi, in Libano e nel Sinai e le sconfitte militari che il califfato sta subendo sul terreno.
“A mio avviso è fortemente logorato perché lo picchiano di brutto: grosso modo perde 1000-1200 combattenti al mese e ormai ha difficoltà a ripianare le perdite e a controllare tutto il territorio che si è allargato e che ha conquistato. L’ondata di terrorismo in Europa e non solo, ricordiamo il Kuwait, lo Yemen, il Libano, il Sinai, tutta questa ondata terroristica molto verosimilmente è una reazione alla debolezza, alle botte che l’Isis sta prendendo nella mezzaluna fertile, in Iraq e Siria.
E’ una modifica della strategia iniziale dell’Isis, perché all’origine aveva come obiettivo principale il cosiddetto nemico vicino, cioè gli stati arabi considerati apostati o eretici, mentre Al Qaida aveva come obiettivo il nemico lontano, l’Occidente. L’Isis con questa coalizione occidentale sta cambiando strategia. Di conseguenza è molto verosimile che cercherà di fare altri attentati. Lo sforzo di mantenere il prestigio, di mostrarsi attivo, dinamico, presso l’opinione pubblica musulmana”.
I giovani tunisini che affluiscono nell’Isis, che sembra siano 3000, pare siano molto attirati dal fatto che l’Isis dà loro una casa, uno stipendio, una moglie o concubina, cosa completamente differente da quel che faceva Al Qaida, che viveva nelle caverne, Osama Bin Laden era una figura ascetica, quasi da eremita, attirava ben poco. Invece nell’Isis Al Baghdadi, che è ben pasciuto, ha un’attività di propaganda per avere reclutamenti e finanziamenti molto più forti. Utilizzando un’interpretazione particolare della religione islamica, che non è che se la sia inventata lui: è scritto nel Hadith e nel Corano”.
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