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Vecchie caserme, 19 ettari di aree in totale abbandono

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Ricerca di Legambiente che lancia un appello alle istituzioni: «Indispensabile ragionare sul futuro della “Del Fante” e della “Pecorari” di Lucinico»di Francesco Fain

Recuperare i vecchi siti militari. Iniziare un ragionamento per strappare al degrado le tante caserme dismesse sul territorio, in molti casi imobottite di amianto e in cui padrona indiscussa è la vegetazione selvaggia.

L’appello viene formulato da Legambiente che vuole riaprire un dibattito serio e propositivo in particolare sulle caserme abbandonate Del Fante di via Duca d’Aosta e Pecorari di Lucinico, rispettivamente 13 ettari di superficie e 5,6 di totale abbandono. «È quanto mai necessario pensare al futuro di questi spazi, ipotizzando al come riassorbirli nel tessuto urbano e a che strumenti finanziari utilizzare», rammenta Legambiente. Che aggiunge: «Oggi la dissoluzione della grande infrastruttura militare, pensata come una porosa trincea nei confronti del comunismo dilagato oltre confine, pone molti interrogativi sul significato e sui tempi del riuso di ampie aree che, per qualche decina di anni, erano state rese funzionali alla difesa dei confini. I siti dismessi sono centinaia e almeno duecento sono già stati venduti o trasferiti dal Ministero della difesa ad altri enti». Il caso dell’ex Amadio di Cormòns è sotto gli occhi di tutto: un enorme sito militare che si sta graduamente trasformando in un parco urbano nel cuore della cittadina collinare. Un esempio da seguire, certo, ma non sempre il ministero della Difesa è pronto e reattivo ad alienare o cedere gratuitamente tali strutture agli enti locali.

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