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Uranio: morto militare di 36 anni. Leggiero: un silenzio tipico italiano

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COMUNICATO STAMPA
MILITARE DECEDUTO SERVIZIO A CAPO TEULADA E NEI BALCANI
Continuano le morti da uranio impoverito e sale a 370 il numero delle vittime. Questa volta a lasciarci è un militare di origini leccese, di 36 anni. La diagnosi, delle più comuni tra questi ragazzi: melanoma.

Il militare, effettivo al 52 Rgt. Art. Vercelli, aveva prestato servizio nel poligono internazionale sardo di Capo Teulada ed era stato impiegato in Bosnia. Manco a dirlo, i vertici della Difesa hanno negato sia gli indennizzi che i risarcimenti sostenendo che il militare “si è ammalato ed è poi deceduto perché avrebbe preso troppo sole”.



Ovviamente ci saranno i procedimenti giudiziari avviati dal legale dell’Osservatorio Militare Avv. Angelo Fiore Tartaglia. E’ una lotta continua a spese dei contribuenti (proprio la settimana scorsa, in un altro procedimento il Ministero della Difesa è stato condannato anche al pagamento delle spese processuali).

“Non a caso, in questi ultimi tempi, registriamo un’intensa attività di ex Ministri e soggetti equivoci che si adoperano per contattare i malati e scoraggiarne le azioni giudiziarie, promettendo loro soluzioni immediate e senza ripercussioni per la famiglia”. Abbiamo segnalato queste azioni agli Organi preposti, con la speranza di far chiarezza. Da pochi giorni il Presidente della IV Commissione Difesa della Camera On. Gianluca Rizzo ha iniziato la raccolta firme per la presentazione dalla Proposta di Legge redatta dalla IV Commissione Parlamentare d’inchiesta presieduta da Gianpiero Scanu che, con le oltre 130 sentenze di condanna ottenute da Tartaglia, sembrava aver risolto e dato un colpo mortale alle menzogne che da sempre circondano il caso uranio.

Non a caso, poco dopo dall’inizio della raccolta firme per la presentazione della PDL condivisa dai malati, viene presentata, da un Deputato del M5S, una ulteriore proposta contenente la riduzione degli indennizzi ed il riconoscimento diretto della causa di servizio in modo diretto al fine di evitare risarcimenti ma, sopratutto, colpe tra i vertici della Difesa”. Ovviamente la presentazione di questa proposta è funzionale a rallentare una PDL condivisa unica a contenere un principio alla base della soluzione del problema “affidare ad un organo esterno al Ministero della Difesa la valutazione del rapporto causa effetto”.



Questo principio viene contrastato perchè eviterebbe di continuare a nascondere le responsabilità dirette che in passato hanno avuto vertici importanti della difesa in materia di prevenzione e tutela del personale che veniva impiegato nei poligoni sardi e nei teatri internazionali. Anche in questi momenti la politica conferma il suo disinteresse alla materia e ad ogni notizia di morte di un militare nessuna reazione viene registrata a livello nazionale. Un silenzio tipico italiano che stride con l’attenzione che in effetti si registra a livello internazionale. L’Osservatorio Militare, oltre che nella tutela, continuerà ad fare informazione a tutti i livelli spostando il dibattito sul tavolo europeo, certamente più sensibile.





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