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Uranio, Difesa condannata per morte militare: “Dotazioni inidonee”

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Roma, 6 giu. (askanews) – Il Tribunale di Roma ha condannato il Ministero della Difesa al pagamento di 641.512 euro come risarcimento ai familiari del caporal maggiore Adolfo Corrado Antonio Di Giacobbe, militare dell’Esercito che prestò servizio a Sarajevo, Bosnia-Herzegovina, nel 1997 e nel 1998 in occasione delle missioni di peace keeping in cui erano coinvolti i contingenti militari italiani “Costant Guard” e “SFOR”.

Di Giacobbe era stanziato presso la caserma “Tito Barrack” di Sarajevo, con mansioni di cuciniere e addetto al vettovagliamento. Dal 1998, al ritorno dalla missione in Bosnia, aveva iniziato ad accusare sintomi di malessere, poi evoluti nel linfoma di Hodgkin, la patologia cancerogena che lo aveva portato alla morte il 6 novembre 2001, a 24 anni.

Successivamente gli eredi di Di Giacobbe citarono in Tribunale il Ministero della Difesa e il Ministero dell’Economia e delle Finanze per chiedere il risarcimento dei danni patiti a seguito del decesso del militare. Secondo i familiari il Ministero della Difesa non avrebbe dotato i militari, stanziati nelle zone interessate dalle missioni nell’ex Jugoslavia, degli opportuni dispositivi di sicurezza idonei a prevenire l’inalazione e in generale il contatto con polveri di uranio impoverito.

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