E’ durato 4 anni il processo per il poliziotto.Erano sulle tracce di un carico di droga quella notte lui e i suoi colleghi, ma i trafficanti non si fermarono all’alt.
di CRISTINA RUFINI
Grosseto, 1 aprile 2016 – DOPO QUASI quattro anni si è chiuso il primo grado della vicenda giudiziaria che ha ruotato attorno alla morte di Arito Canaj, l’albanese di 26 anni deceduto nel corso della sparatoria lungo la Siena-Grosseto, nella notte tra il 20 e il 21 giugno del 2012. Ieri, davanti al giudice dell’udienza preliminare Valeria Montesarchio, Raffaele Bracale, poliziotto in servizio alla questura di Grosseto, è stato condannato a dieci mesi di reclusione per omicidio colposo.
E’ stato giudicato con rito abbreviato, come chiesto dal suo legale, l’avvocato Marco Festelli. Mentre i parenti di Canaj, compreso il figlio che lui non ha mai conosciuto, sono stati assistiti dall’avvocato Carlo Manti. Una vicenda tristissima. Un’inchiesta che si è aperta prima con un solo indagato, il poliziotto che alla fine è stato condannato e poi estesa nel corso degli accertamenti ad altri tre colleghi della Mobile. Posizioni queste per cui però il pubblico ministero che ha coordinato l’inchiesta, Salvatore Ferraro, ha chiesto l’archiviazione.