TRA KAMIKAZE E MORTAI,TUTTI I RISCHI PER I MILITARI ITALIANI INVIATI A MOSUL

I 450 soldati italiani che dovranno proteggere la «diga più pericolosa del mondo» a nord di Mosul troveranno una situazione piuttosto instabile, come confermano gli ultimi sviluppi. Nella giornata di mercoledì lo Stato Islamico ha attaccato Baashiqa, la base dove un contingente turco addestra milizie locali e agisce in coordinamento con i peshmerga. L’Isis sostiene di aver usato dozzine di razzi Grad.

Gli scontri segnalano il tipo di minaccia per i nostri militari. Lo Stato Islamico dispone nel suo arsenale di armi per poter colpire da lontano, dunque mortai, pezzi d’artiglieria e razzi d’ogni tipo. Si tratta di materiale strappato in gran parte agli iracheni. Sarà necessario un lavoro di ricognizione, affidato ai Tornado e ai droni, per prevenire sorprese.

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