I RETROSCENA DELLA GUERRA AL CALIFFATO NELLE TESTIMONIANZE DI ALCUNI MERCENARI, TRA I QUALI ANCHE UN ITALIANO.
Jean Luc arruolato nella legione straniera, si è poi ritirato a vita più tranquilla, tornando infine a combattere l’Isis.
Marco Fanti soldato mercenario – “contractor” – “ho preso parte a combattimenti, con morti e feriti e ho perso tanti colleghi con i quali ero diventato amico; caduti sotto i miei occhi sul campo di battaglia”. E uccidendo: “Decine di persone in combattimento”, ammette. Adesso si cambia.
Il conflitto in Siria e le conseguenze che sta provocando in tutto il Medio Oriente hanno riaperto la corsa agli ingaggi. Sui social fioccano le pagine nelle quali si offrono le occasioni per andare a combattere. Tra gli aderenti sempre più cittadini con passaporto americano. Lo fanno per ideali, per avventura, per denaro. Un modo di raggirare le rigide regole imposte dal Pentagono dopo lo scandalo di Blackwater, la compagnia di sicurezza accusata di stragi in Iraq. Ma il mondo dei vecchi “mastini” è cambiato. Ce lo raccontano due testimoni d’eccezione: un professionista francese che ha frequentato gli uomini di Bob Denard e un italiano che è uscito sconvolto dalla sua esperienza
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