19 novembre 2024 1° Lgt. in pensione Antonio Pistillo
Con un precedente articolo, pubblicato il 6 novembre c.a., si è rilevato che la stragrande maggioranza dei beneficiari del nuovo taglio del cuneo sarà penalizzato rispetto a quanto percepito nel 2024. In sintesi, per i percettori di reddito fino a 15 mila euro non cambia sostanzialmente nulla, mentre sopra tale soglia e fino a 35 mila lo stipendio da gennaio 2025 sarà più basso di quello di quest’anno, in misura progressiva all’aumentare della retribuzione, fino a raggiungere la massima penalizzazione a 35 mila euro.
Tale tesi trova conferma in uno studio della Fondazione Nazionale dei Commercialisti che nel simulare i risparmi di un’eventuale riduzione della seconda aliquota Irpef dal 35 al 34 o 33%, ha dovuto tenere conto che il taglio del cuneo si trasformerà da una riduzione dei contributi in una detrazione fiscale, passaggio necessario per calcolare le differenze tra la tassazione vigente e quella ipotetica dal 2025.
Da tale studio emerge che, per chi gode di una retribuzione lorda da 30 a 35 mila euro, il taglio contributivo è più favorevole della futura detrazione e l’eventuale riduzione della tassazione non basterebbe a compensare la perdita subita per il passaggio dal vecchio al nuovo cuneo. Lo specchio che segue è stato pubblicato dal quotidiano Il Messaggero del 11 novembre che riassume la tesi della sopracitata Fondazione
n.b. reddito imponibile di un lavoratore del privato e la diminuzione o l’aumento è u base annua
In sintesi, i lavoratori con una retribuzione lorda tra i 30 e i 35 mila euro saranno penalizzati dal prossimo anno, in quanto lo stipendio sarà inferiore a quello in godimento, anche nel caso fosse ridotta l’imposta sul reddito delle persone fisiche. Per maggiore chiarezza, con la tabella a seguire, si scinde quello che sarà il minore taglio del cuneo e quello che potrebbe essere il maggiore vantaggio fiscale, in modo da evidenziare il valore della penalizzazione. Viene aggiunta una ulteriore fascia, evidenziata in grassetto, per attenuare la progressività delle retribuzioni.
n.b. reddito imponibile di un lavoratore del privato e la diminuzione o l’aumento è su base annua
Infine, con la tabella a seguire, il raffronto tra il vecchio e nuovo cuneo di un Sergente Maggiore con un reddito annuo di 27.750
(*) indicato l’importo netto per semplificare, ma dal 2025 non apparirà, in questo caso, come voce esonero sulla busta perché costituirà una detrazione che diminuirà l’Irpef.
Nello schema precedente il taglio del cuneo era legato al solo reddito da lavoro e in particolare alla singola mensilità, quindi senza recupero del beneficio, in sede di conguaglio a fine anno, in caso di superamento del limite.
Oggi, lo scenario cambia completamente in quanto il sostituto di imposta non dovrà solo attribuire lo sgravio, ma dovrà accertare anche la spettanza in sede di conguaglio di fine anno e, eventualmente, recuperare parte o tutto il beneficio in caso di superamento dei limiti previsti.
Ma non finisce qui, poiché il nuovo cuneo non è solo collegato al reddito da lavoro, ma si allargherà a quello complessivo, ciò potrebbe comportare la perdita parziale o totale del bonus/detrazione, in sede di dichiarazione dei redditi, in caso di altre entrate, come ad esempio il canone per affitto di immobili, altri compensi per attività occasionali ecc. ecc