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Strage di Ustica, caso riaperto: «Mio padre fu ucciso perchè sapeva la verità»

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GROSSETO. C’era un capitano dell’aeronautica che fu radiato dalle forze armate con un decreto firmato dall’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini, la cui firma a distanza di decenni è stata dichiarata falsa dal tribunale di Firenze. C’è ora la richiesta di reintegro per questo ex capitano, Mario Ciancarella e c’è anche un altro capitolo della strage di Ustica che potrebbe essere riscritto: quello che riguarda la morte di Mario Alberto Dettori, che la notte in cui nel cielo sopra Grosseto stava succedendo qualcosa di incomprensibile e inimmaginabile, era al radar di Poggio Ballone.

Il maresciallo Dettori, la notte di Ustica (il 27 giugno del 1980), decise di fidarsi di Ciancarella e di confidargli: «Capitano siamo stati noi…», «Capitano dopo questa puttanata del mig libico». Mario Alberto Dettori verrà trovato impiccato nel 1987 poco lontano dalla città e quella morte sarà sbrigativamente archiviata come un suicidio.

Oggi, venerdì 16 dicembre, in Procura a Grosseto, però, arriveranno delle carte che puntano a rimettere in discussione tante delle cose che su questa vicenda non sono state scritte, a partire proprio dalla morte del maresciallo, avvenuta sette anni dopo la strage.

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